Saverio: esempio per ogni cristiano, Il patriarca dai saveriani
Il 3 dicembre 1895 Guido Conforti, trentenne sacerdote della diocesi di Parma, in una piccola casa in Borgo Leon D'oro, dava inizio all'avventura della congregazione missionaria saveriana. Da allora, in tutte le comunità saveriane d'Italia e in tutte le località di missione dove i saveriani annunciano il vangelo, essi si riuniscono per onorare questo santo che il fondatore ha voluto nostro patrono.
La Messa con il patriarca
Per l'occasione, è tradizione invitare anche i sacerdoti con i quali i saveriani collaborano e che li aiutano ad animare la chiesa locale in modo missionario. Per il 2010, abbiamo avuto la gioia di celebrare la vigilia della solennità con la presenza del nostro patriarca Angelo Scola, in "sosta pastorale" a Zelarino. Il cardinale ci ha egregiamente illustrato la figura di san Francesco Saverio come evangelizzatore e testimone della pienezza di vita che proviene dalla fede in Gesù Cristo.
Nella chiesetta della comunità di Zelarino, il patriarca ha presieduto la concelebrazione eucaristica alla quale hanno partecipato tutti i saveriani, alcuni amici del coro Carpinetum e del gruppo di preghiera del terzo giovedì del mese. Nell'omelia, il patriarca ha detto che i missionari sono ancora necessari alla chiesa e che ogni istituto religioso presente sul territorio è parte integrante della chiesa diocesana.
Tutto degli uomini e di Dio
Il patriarca ha presentato il Saverio come esempio per i missionari e per ogni cristiano, che è missionario per il battesimo ricevuto. "«Di più, di più!» - in questa esclamazione che san Francesco Saverio gridò in sogno, dopo aver ricevuto dal Papa il titolo di nunzio apostolico per le Indie, è efficacemente espressa la sua bruciante passione missionaria. La sua caratteristica è stata sempre quella di procedere oltre, non appena un'iniziativa o un progetto si erano un po' consolidati, fino a raggiungere gli ultimi confini della terra".
Il Saverio è stato un missionario in ogni istante della sua vita, ovunque si trovasse: in nave, tra i compagni di viaggio, con i marinai e i pescatori dell'India o con i nobili del Giappone, i malati e i bambini. La vita cristiana o è nel presente, qui e ora, oppure non è. Dalla preghiera traeva forza per il suo lavoro e i pericolosi viaggi: era totalmente degli uomini e totalmente di Dio. "Di tali cristiani ha bisogno il nostro patriarcato, ne ha bisogno Venezia, dove ogni anno arrivano milioni di turisti da tutto il mondo", ha esclamato il patriarca, che ha concluso raccomandando la fedeltà alla preghiera personale e comunitaria per le vocazioni: per ogni vocazione, che è sempre anche missionaria.
Un caffè d'arrivederci
Dopo la Messa, il cardinale Scola si è soffermato davanti alle foto degli undici saveriani uccisi per il vangelo, in particolare di p. Ottorino Maule (martire nel 1995 in Burundi) che fu insegnante e superiore a Zelarino dal 1980 al 1984.
Durante la cena, il patriarca ha chiesto notizie della storia dei saveriani a Zelarino e anche dell'attività missionaria di ogni confratello della comunità. Ci ha lasciati con un filiale: "A presto!", fosse solo per un caffè... corretto... con il nostro desiderio di collaborare, secondo il carisma missionario dei saveriani, al progetto di Dio per la chiesa di Venezia e oltre, fino ai confini del mondo.