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Il cuore aperto al mondo, Festa del Saverio a Salerno

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Il 3 dicembre, anche la comunità saveriana di Salerno celebra la festa di san Francesco Saverio, patrono delle missioni e dei saveriani. Per l'edizione 2010, avevamo due invitati speciali: il superiore generale p. Rino Benzoni e il nuovo arcivescovo mons. Luigi Moretti. Ci hanno aiutato a riflettere sul Saverio e su mons. Conforti. Al mattino, p. Rino ha fatto un confronto tra queste due personalità così diverse, ma accomunate da alcune somiglianze.

Saverio e Conforti a confronto

Entrambi hanno vissuto una forte esperienza, contrassegnata dal Crocefisso. Il Saverio, dopo la sua conversione, ha preso il Crocefisso nella sua vita e lo ha portato dappertutto. Il Conforti, dopo l'incontro con il grande Crocefisso della chiesa della Pace a Parma, ha consegnato il Crocefisso ai suoi missionari partenti per la Cina. Questo "zelo" ha portato il Saverio a creare nuove comunità cristiane, e il Conforti (che non è andato in missione) ad avvicinarsi a ogni persona della sua diocesi.

In loro c'era fiducia assoluta in Dio al di là dei risultati; coerenza di vita, perché quello che dicevano lo vivevano; santità, perché si è missionari solo se si è santi; amore per i confratelli e i sacerdoti: il Saverio aveva ritagliato i nomi dei confratelli e li portava sul cuore; Conforti incoraggiava la fraternità sacerdotale. Tutti e due sono un modello per i sacerdoti e i vescovi.

La Messa con il vescovo e gli amici

Alla celebrazione Eucaristica, presieduta da mons. Moretti, erano presenti una settantina di preti delle diocesi di Salerno, Cava, Vallo e della Basilicata. Il vescovo ha detto che sacerdoti e missionari sono chiamati a far sì che Cristo s'incontri con l'uomo. "Non siamo funzionari del sacro, ma aiutiamo a vivere la dimensione della missione, la preoccupazione dell'annuncio. L'energia per far questo ci viene dallo stare con Lui, ben sapendo che Lui è per tutti. Infatti chi è senza Gesù, è il vero povero".

Il vescovo ha indicato alcune priorità da seguire: vivere la fede; aprirsi all'esperienza della chiesa universale, sentendone la ricchezza; vivere nella chiesa locale con l'orizzonte della missione globale. Infine, rallegrandosi per la sensibilità missionaria diffusa nella diocesi Salernitana e si è augurato che anche i sacerdoti siano missionari nel proprio territorio.

Dopo la Messa, abbiamo condiviso "i pani e i pesci" in fraternità, assieme al "buon vino". Nel pomeriggio fino a sera, si sono susseguiti altri incontri con altri amici, ex allievi e giovani sensibili alla missione. Le testimonianze di tutta la giornata hanno rafforzato il desiderio di "avere il cuore aperto al mondo intero".



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