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Saverio: Era affabile con tutti

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“Riceveva tutti con grande affabilità e gentilezza”. Non trovo di meglio, per cominciare a presentare qualcosa della figura di san Francesco Saverio, che riportare un suo breve ritratto, fatto da Emanuele Teixeira, un giovane novizio indiano che lo ha conosciuto nel 1552, durante l'ultima sosta del santo nella città di Goa.

“Padre Francesco era di statura piuttosto grande, allegro e di buone maniere. Il viso era ben proporzionato; gli occhi erano tra castani e neri, la fronte spaziosa, i capelli e la barba neri. Portava la veste povera e pulita e la sottana era senza cintura e senza maniche, com'era costume dei sacerdoti poveri dell'India.

Guardava spesso al cielo, perché vi trovava conforto. Camminava con il volto così gioioso da causare letizia in tutti quelli che lo vedevano. Qualche volta accadde che alcuni fratelli fossero tristi e che, per tornare a essere lieti, andassero a vederlo. Alla sua presenza si sentivano infiammati.

Riceveva le persone estranee con grande affabilità. Era allegro e alla mano con quelli di casa, specialmente con gli umili e i semplici. Al contrario, si mostrava severo nei confronti delle persone altere e che avevano un grande concetto di sé. Era moderato nel mangiare e nel bere; ma per evitare di distinguersi, quando stava con gli altri, mangiava tutto quello che gli mettevano davanti. Aveva cura dei malati, verso i quali mostrava grande carità.

Molta gente di questa città venne a fargli visita, e lui li riceveva tutti con grande affabilità e gentilezza, andando subito a parlare con loro. Alcune volte lasciò di recitare il breviario che aveva cominciato, per andare a ricevere quelli che lo cercavano e parlare con loro. Poi tornava a pregare con tanta devozione, come se fosse stato in preghiera fino a quel momento” (J. F. Bellido, Francesco Saverio. Fino agli ultimi confini, Città Nuova, 1998).

Sorprende questa descrizione del Saverio. Ci immagineremmo una persona immersa in grandi pensieri e progetti, a cui avvicinarsi con una certa soggezione. Invece no. Era affabile e gentile con tutti, disponibile ad accogliere tutti, come se non avesse niente altro da fare. Il giovane Emanuele Teixeira nota che il Saverio, dopo ogni interruzione della preghiera, dopo aver accolto e parlato con gli ospiti, “tornava a pregare con tanta devozione, come se fosse stato in preghiera fino a quel momento”. Si deve dedurre che per lui il colloquio con un visitatore e la preghiera erano la stessa cosa.

E poi, la gioia e l'entusiasmo nella vita quotidiana, così contagiosi! Prima che nella sua azione, il Saverio era missionario nel suo stile di vita.

Rimane forse difficile imitare questi suoi atteggiamenti, così semplici e inarrivabili. Qualcosa comunque si può tentare: guardare più spesso il cielo, scoprendovi ragioni di gioia.



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