Saverio: Crocefisso e sandali
È il 3 dicembre. Scrivo dopo aver celebrato la Messa di san Francesco Saverio con un folto gruppo di persone, nel noviziato saveriano in Brasile. La nostra chiesetta è piccola; perciò abbiamo celebrato sotto la tettoia del garage, ma il fervore era grande. All'offertorio la gente ha voluto portare all'altare due simboli: un crocefisso e un paio di sandali. Mi hanno fatto felice. Ho percepito che questo nostro popolo ha capito il senso profondo della festa e dell'anno giubilare che abbiamo iniziato.
Dal crocefisso tutto ha avuto inizio, sia per Saverio sia per Guido Conforti, suo ammiratore. Il crocefisso sorridente del castello di Javier, dove Francesco è nato il 7 aprile 1506 ed è cresciuto fino a 19 anni, quando è partito per Parigi. Sua intenzione: diventare professore e avere un buon salario. Ma il Signore lo aspettava per fargli riscoprire quell'amore che aveva contemplato durante l'infanzia: Gesù che ha offerto la vita per l'umanità e che vuole salvare tutta l'umanità attraverso l'annuncio del vangelo.
Francesco Saverio parte per un viaggio interminabile: prima Venezia, Bologna, Roma, Portogallo; poi Goa, Molucche, ancora Goa, Malacca, Giappone, ancora Goa; di nuovo in Giappone e finalmente alle porte della Cina, entrandovi solo con il desiderio. Vi entreranno altri, compresi i missionari che da lui “prendono nome e ispirazione”. Così iniziano le Costituzioni dei missionari saveriani, scritte dal beato Guido Conforti.
I sandali significano questo lungo andare: annunciatore e pellegrino, fondatore di nuove comunità cristiane e servitore dei poveri e malati. Sempre in cammino e sempre fermo, rapito davanti al volto del Signore crocefisso. Cammina proprio perché rapito . Macina chilometri perché fermo in quell'amore che crea, regge, salva e muove l'universo. Così nasce la missione. Di questo vive il missionario.
Francesco Saverio vive nel 1500. Quattro secoli dopo, un giovane legge la vita di Francesco e scopre lo stesso amore crocefisso: s'incanta, si appassiona, ne vuole seguire l'esempio, fonda una congregazione missionaria. Già prima di iniziare (9 marzo 1894), il Conforti scrive al cardinale Ledochowski, di Propaganda Fide: “Se mi sarà lecito esprimere una preghiera, chiederò di preferenza le missioni dell'Asia come quella terra che conta maggior numero d'infedeli e fu il campo del sublime apostolato del Saverio”.
Proprio per questo sarà lecito anche a noi riflettere e scrivere, durante quest' anno giubilare , sulla spiritualità di questi due grandi missionari, così diversi nella loro biografia, eppure così vicini nell'amore a Dio senza riserve e nell'impegno infaticabile per il bene dei più lontani, i più bisognosi del messaggio di speranza del Salvatore.