Saverio, Copia fedele di Cristo
Può sembrare paradossale. Abbiamo pochi scritti del beato Conforti che parlano di Francesco Saverio. Eppure di lui ha parlato moltissimo: è il missionario a cui si ispirava, il santo che ha dato il nome alla sua famiglia missionaria. Lo conosceva a memoria. Ne parlava a braccio , senza bisogno di scrivere. Nei suoi appunti troviamo spesso l'inciso “Saverio” , oppure “qui l'esempio di Francesco Saverio”. Questo era sufficiente. Poi, del suo santo preferito lasciava che parlasse il cuore.
Una frase ci rimane, la prima e il fondamento di tutte le altre: “Saverio, copia fedele di Cristo!”. Accetta la sfida di fare un confronto, come troviamo in questi appunti che il Conforti aveva preparato per condurre un ritiro spirituale sul Saverio. Leggiamo:
“La mia vita è Cristo, diceva l'apostolo Paolo. In questa parola è riposto il segreto della santità. La santità consiste nel vivere della vita di Cristo. Alcuni sono l'immagine della sua potenza, altri della sua umiltà, altri della sua mitezza e altri della fortezza. Il cristiano è un altro Cristo. E questo noi lo vediamo luminosamente anche nell'inclito nostro protettore san Francesco Saverio.
Facciamo un confronto fra lui e Cristo, modello dei predestinati, e noi vedremo che il Saverio fu copia fedele di Cristo. Cristo visse distaccato da tutte le cose della terra; e Francesco Saverio, che attraverso una massima del vangelo ha rilevato il nulla, da tutto si distacca: dalla famiglia, dalla patria, dalle ricchezze, e abbraccia la povertà di Cristo.
La vita di Cristo si compendia in quelle parole da lui pronunciate: «devo occuparmi delle cose che sono di mio Padre»; e Francesco prende come parola d'ordine della sua vita, «per la maggior gloria di Dio - ad majorem Dei gloriam». Non cerca che una cosa sola: la gloria di Dio, facendolo conoscere a coloro che giacciono nelle tenebre. Per questo affronta viaggi, pericoli, le intemperie delle stagioni, le persecuzioni del nemico del nome cristiano”.
La vera missione è anzitutto questo: rendere presente Cristo fra i popoli che non lo conoscono; essere la sua copia fedele in mezzo a loro. Presenza, trasparenza, riflesso… Le immagini si possono moltiplicare. Ma il contenuto è quello stesso con cui il concilio Vaticano II inizia il discorso sulla chiesa: Cristo è la luce delle genti, e noi siamo chiamati a illuminare tutti gli uomini con la luce di Cristo, che splende sul volto della chiesa. Noi siamo il volto della chiesa. Ogni cristiano deve essere il volto della chiesa. In modo tutto speciale, il missionario deve essere il volto di Cristo e della chiesa fra le genti. Sul missionario e sulla missionaria deve splendere la luce di Cristo.
Ogni missionario, ogni missionaria deve essere “ copia fedele di Cristo ” fra i non cristiani, come Francesco Saverio.