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Raccomando di leggere le lettere del Saverio: sono una miniera di tesori spirituali. Darò tutto lo spazio al Saverio, citando alcuni brani esemplari dalle Lettere n. 6 e 11. Solo alla fine, un mio breve commento... un po' invidioso!

La sera del 14 marzo 1540, Ignazio sceglie Francesco al posto di Nicola Bobadilla, malato e impossibilitato a partire. Lo manda a Lisbona, al servizio del re del Portogallo João III, per la missione nelle Indie. Il giorno dopo Saverio si mette in cammino, al seguito dell'ambasciatore.

Da Roma, sono tre mesi di viaggio, a piedi e a cavallo, durante i quali Francesco è occupato nel ministero pastorale:

“Tutti si confessavano e comunicavano molte volte; anche i domestici, prendendo esempio dall'ambasciatore, facevano lo stesso fino al punto che, camminando per le strade e non potendo avere la possibilità di confessare nelle locande, era necessario allontanarci dalla strada ed ero solito confessare andando a piedi”.

Arrivato a Lisbona, scrive ancora Francesco:

“Il re ci mandò a chiamare e ci ricevette con la regina. Ci domandarono molti particolari circa il nostro modo di agire, in qual modo ci conoscemmo e ci riunimmo e quali furono i nostri primi desideri... Il re ci raccomandò di confessare i giovani gentiluomini della sua corte, perché ha stabilito che si confessino ogni otto giorni, e di sorvegliarli, dicendo che se da giovani conoscono Dio e lo servono, quando saranno grandi daranno buona opinione di sé; e inoltre se loro saranno come devono essere, le altre persone prenderanno esempio da loro e così si correggerà tutta la gente. Egli è certo infatti che, una volta portati i nobili sulla retta via, gran parte del suo regno diventerà migliore”.

Nel marzo 1541, alla vigilia della partenza per le Indie, Saverio scrive di nuovo: “Questa corte si è del tutto rinnovata. Sono tanti quelli che ogni otto giorni si confessano e si comunicano e c'è davvero da lodare e ringraziare il Signore. Siamo occupati con le confessioni tutto il giorno e parte della notte. Coloro che venivano per affari, vedendo il buon esempio della gente di corte, facevano lo stesso. Se fossimo stati in molti, non vi sarebbe stato nessun uomo di affari che non avrebbe cercato di negoziare prima con Dio che con il re”.

Leggendo queste lettere sono rimasto stupito. Che enorme differenza tra i nostri tempi e l'epoca di Francesco!

Chissà come sarebbe l'Italia se in parlamento, nei ministeri, negli uffici dei dirigenti, negli studi delle televisioni, nelle redazioni dei giornali... si confessassero tutti ogni settimana; se i giovani, soprattutto quelli più ricchi e famosi, i calciatori, gli attori... mettessero tutto il loro impegno per crescere nella virtù; se gli uomini di affari cercassero di negoziare prima con Dio che con i potenti...


  • Il testo delle Lettere del Saverio (ed. Città Nuova, 2002, pp. 527, € 28,00) è acquistabile a Libreria dei Popoli, Missionari Saveriani, Via Piamarta 9 - Brescia



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