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San Francesco Saverio in Veneto

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Era il 15 marzo 1537, quando Francesco Saverio e i suoi compagni (mentre Ignazio era rimasto a Venezia per completare gli studi) partono per Roma per incontrare papa Paolo III. Da lui ottengono il permesso di recarsi in Terrasanta e di prendere gli ordini sacri da qualunque vescovo.

La consacrazione a Venezia

Nella seconda metà di maggio ritornano a Venezia. Insieme ad Ignazio, fanno i voti di povertà e castità ai piedi del legato Apostolico Girolamo Varallo. Probabilmente è nella medesima Venezia che accade un episodio “profetico”. Così racconta lo storico Ribadeneira: «Il padre Francesco e p. Laynez dormivano vicini. Una notte Francesco si sveglia di soprassalto, gridando a Laynez: “Gesù, come sono stanco! Sai cosa ho sognato? Mi sforzavo di trasportare un indiano alle spalle. Era così pesante che non riuscivo a sollevarlo”».

Il 24 giugno 1537 saranno consacrati sacerdoti dal vescovo di Arbe (Dalmazia) Vincenzo Negusanti, nella chiesa del priorato della Trinità (ora non c’è più), vicino all'attuale Basilica della Salute. Una lapide, nel seminario patriarcale ricorda questo avvenimento.

Le stelle come tetto

Prima di poter celebrare la prima Messa, san Francesco Saverio farà, insieme a un compagno (Salmeron), un ritiro di quaranta giorni nei pressi di Monselice (PD). A ricordo della sua presenza, c'è una scalinata (esedra) con una cappellina sulla sommità. È inserito nel percorso giubilare delle sette chiesette (che parte dal vecchio duomo di santa Giustina).

Terminato il ritiro, Ignazio invita i suoi compagni a raggiungerlo in un monastero in rovina presso Vicenza, dove abitava con Favre e Laynez. Si coricano sulla paglia, donata dai contadini dei dintorni. Il cielo era il loro tetto, che permetteva ad Ignazio di appagare il desiderio di contemplare le stelle (mirar el cielo y las estrellas). È  a Vicenza che Francesco celebra la prima Messa.

Quindi, la proposta viene spontanea: perché non pensare a un percorso sui luoghi del Saverio in Italia?



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