Skip to main content

Quel crapù dal cuore d’oro

Condividi su

P. Franco Bertazza ci ha lasciati mercoledì 16 febbraio 2022. Nato nel 1932, Franco è entrato fra i saveriani quando aveva 11 anni per seguire la vocazione missionaria risuonata nel suo cuore di ragazzo. Appena ordinato presbitero nel 1958, è assegnato alla casa apostolica di Cremona, come economo, promotore vocazionale e insegnante di musica e di latino. Poi, viene l’ora della missione e la partenza per l’Indonesia.

Per sei anni, dal 1966 al 1971, lavora nell’isola di Sikakap nell’arcipelago delle Isole Mentaway per consolidare l’evangelizzazione iniziata da p. Aurelio Cannizzaro. Richiamato in Italia, dopo un anno di formazione pedagogica a Roma, è nominato superiore della casa di Cremona. Vi rimane sei anni. Nel frattempo, essendo stati bloccati i visti per i missionari stranieri in Indonesia, è destinato al Brasile del Sud che raggiunge nel 1981. In attesa di partire, insegna lettere e musica ad Alzano e frequenta lo Studio teologico dei Domenicani di Bologna conseguendovi la licenza in teologia che completò con la laurea in filosofia all’Università di Pavia.

In Brasile, lavora prima a Laranjeiras do Sul (Paranà) e poi nella nuova vicina parrocchia di Cantagalo dove costruisce la chiesa, e finalmente come parroco a Curitiba, capitale del Paranà, nella parrocchia del Bom Pastor a Vista Alegre fino al 1997. Nuovamente richiamato in Italia, nel 1998 è destinato alla comunità saveriana di Tavernerio come animatore missionario e aiuto nella pastorale parrocchiale della diocesi di Como e del vicino Canton Ticino, in Svizzera. Per la sua età avrebbe potuto considerarsi in pensione, ma non è così. Oltre a svolgere il ministero di animatore missionario e di servizio pastorale nelle parrocchie del territorio, ha anche l’incarico di preparare la pagina di Missionari Saveriani di Tavernerio che egli considerava come un collegamento con gli amici e i benefattori della Casa. Seguiva numerosi gruppi di pellegrini soprattutto a Lourdes, a San Giovanni Rotondo e ad altri santuari.

Lavorando instancabilmente, trasforma lo spazio attorno alla Casa da un piccolo bosco incolto in uno splendido parco del quale si sentiva come il custode. Lì, alla fine della giornata, lo trovavi a percorrerlo sgranando la corona del rosario, perché era molto devoto della Madonna.
Fino all’arrivo della pandemia, accompagna con la sua allegria e la sua inseparabile fisarmonica i raduni degli amici e dei parenti che annualmente tenevamo in casa, come pure i raduni dei vigili del fuoco di Cantù che lo hanno nominato loro cappellano. Con tutto questo, partecipava molto intensamente alla vita della nostra comunità saveriana che amava con tutto il cuore e che voleva mantenesse lo spirito di famiglia secondo il desiderio di mons. Conforti.

Con p. Franco se ne va un fratello e un amico. Di lui vogliamo ricordare i suoi tratti caratteristici quasi ad imprimerli nella nostra memoria come un’eredità da conservare. Era un bergamasco DOC, un “crapù”, tutto d’un pezzo, carattere impetuoso e qualche volta anche rude, ma cordiale, allegro e laborioso. “Franco di nome e di fatto”, diceva quando si presentava. Carattere sanguigno, nelle discussioni si accendeva soprattutto quando si toccavano argomenti che gli erano cari: onestà/disonestà, coerenza/incoerenza o abusi di potere. In quei casi poteva anche alzare la voce e, diciamolo pure, scatenarsi.

Aveva un cuore buono e generoso e, davanti alla sofferenza, finiva per commuoversi. Dopo aver alzato la voce nelle discussioni e aver magari usato parole grosse, veniva fraternamente a chiedere scusa. In questi ultimi anni si era molto addolcito e ormai non riusciva più a concludere un discorso o un’omelia davanti agli amici senza emozionarsi. Aveva un innato senso dell’amicizia. E di amici ne aveva dappertutto. Noi a Tavernerio lo sapevamo, perché condivideva volentieri le sue amicizie con noi. Più d’una volta, abbiamo visto brasiliani e brasiliane delle parrocchie dove aveva lavorato, venire a fargli visita in Italia. Aveva avuto in dono anche una grande carica di umanità che lo rendeva ricercato e amato.

Non possiamo dimenticare la sua laboriosità. Fino alla fine dei suoi giorni a Tavernerio era sempre nel parco a tagliare rami, a pulire il prato, a irrigare i fiori e a far sì che tutto fosse in ordine. Non si fermava mai, fino a costringere i superiori a proibirgli di lavorare, soprattutto nelle stagioni fredde in questi ultimi anni. Era infaticabile e lo faceva - affermava lui - per la nostra comunità, e perché chi frequentava la nostra Casa potesse trovarsi bene.

Era molto vicino alle famiglie dei missionari saveriani, vivi e defunti, per quelle persone che incontrava nei pellegrinaggi e per chi veniva a parlargli. Quante persone ha ascoltato, consigliato e consolato durante questi anni! Era un confessore fedele e comprensivo e finché l’udito e le forze gliel’hanno permesso, mai si è sottratto a questo ministero. Davvero aveva l’animo del pastore.
Come tutti, aveva la sua dose di difetti, ma amava la famiglia saveriana e i suoi amici e questo “costringeva” a volergli bene. Davvero la nostra comunità era la sua famiglia!

Pur nella comprensibile sofferenza, siamo contenti di poter consegnare a Dio un fratello che ci ha amato fino alla fine dei suoi giorni e che, a nostra volta, noi abbiamo amato e curato fino al giorno in cui l’abbiamo affidato alle cure della comunità saveriana della Casa madre. Padre Franco è vivo, un giorno lo rivedremo per stare sempre insieme!




Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2329.16 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Luglio/agosto 2004

Non c'è amore più grande: Bernardo, testimone di speranza

Si chiamava Bernardo ed era un uomo sulla quarantina, un piccolo commerciante con una bella famiglia. L’avevo conosciuto in occasione del matrimoni...
Edizione di Maggio 2018

I 60 anni di presbiterato di p. Bertazza

Il 22 marzo ho celebrato sessant’anni di sacerdozio. Sono stato ordinato presbitero nella Basilica di S. Maria in Campagna (PC). Ringrazio i confra...
Edizione di Gennaio 2011

Cena africana per Goma

I laici e i religiosi saveriani di Ancona hanno organizzato, sabato 13 novembre, una cena africana per sostenere la missione di Goma, in Congo. Qui...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito