Quei doni per la missione
Il 1° maggio è la Festa di S. Giuseppe Lavoratore, patrono di tutti i lavoratori e anche dei missionari, in quanto operai nella messe del Signore e costruttori di opere umanitarie. I saveriani di Tavernerio hanno celebrato la giornata di fraternità con i loro familiari, in unione con i missionari sparsi in tutto il mondo.
Prima della Celebrazione Eucaristica, ho spazzolato dalla polvere i ricordi della mia prima esperienza missionaria nell’isola di Sikakap, nelle Mentawai. Agli attenti presenti, ho raccontato le difficoltà, le gioie, le sconfitte in quel paradiso sperduto su quattro smeraldi di mare. Durante l’Eucaristia, ho ricordato i sessant’anni di Ordinazione presbiterale, commentando le parole dell’autore della lettera agli Ebrei: “Ogni pontefice, preso tra gli uomini, è costituito in loro favore, perché offra doni e vittime per i peccati, essendo capace di usare indulgenza per gli ignoranti e gli sviati, dal momento che anch’egli è avvolto di debolezza e ignoranza” (Ebr 5,1-8). Mi piace l’espressione avvolto di debolezza e ignoranza, altro che privilegio e onore!
Inaspettata mi è arrivata una pergamena, inviata dal vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni. “Tutti i sacerdoti della diocesi si accompagnano alla sua gioia per questo traguardo, ringraziando il Signore dal quale ogni dono ci viene elargito, e pregano il buon Dio che l’accompagni sempre con la sua grazia”. Grazie di cuore Eccellenza e grazie a tutti i presbiteri per la loro affabilità e umanità.
Qualcuno ritiene che si può fare a meno, in certe ricorrenze gioiose della vita, di augurare il bene ai nonni, ai papà, considerandolo perdita di tempo e denaro. Eppure, sono gli anziani che hanno tracciato un buon cammino e combattuto battaglie per trasmettere la fede ai figli e nipoti. I “vecchi” missionari hanno aperto nuovi cantieri di fede, amore e speranze non perdute in ogni parte della terra. Questo è stato il significato della giornata di fraternità con i nostri familiari, ai quali va tutta la nostra riconoscenza per la loro preziosa e gradita presenza.
In modo particolare, abbiamo ricordato i confratelli comaschi che, in questi ultimi anni, ci hanno lasciato: p. Giovanni Abbiati, p. Carlo Girola, p. Giuseppe Caretta, p. Francesco Bradanini. Abbiamo apprezzato, in modo particolare, la presenza dei loro familiari, fratelli e sorelle. Siete sempre parte della nostra grande famiglia saveriana, cui riserviamo gratitudine per il dono del vostro figlio, fratello e sorella, alla nostra famiglia saveriana e alla missione conferita da Gesù ai suoi chiamati.