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Quegli esempi veri di Vangelo vivente

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I problemi più comuni dei migranti sono i documenti, la casa, il trasporto, l’assistenza medica e legale, la lingua e la mancanza di centri di aggregazione… In Sicilia c’è lavoro, e tanto, nell’agricoltura, magari stagionale, ma manca il trasporto. Inoltre i migranti - ma non fanno eccezione gli italiani - sono soggetti a sfruttamento lavorativo (sottopagati). Accompagnarli e riaccompagnarli, come facciamo spesso, è un’impresa a causa di programmi di lavoro sempre incerti.

Di case sfitte ce ne sono a iosa, ma quasi nessuno le vuole dare a questo scopo, anche per l’instabilità degli affittuari stranieri o la mancata cura degli ambienti… Una famiglia di Modica ha ceduto per dieci anni in comodato alla Caritas diocesana una casa comprata per i figli - tuttora studenti - per l’accoglienza dei migranti. Può ospitare fino a sei ragazzi, il tempo necessario per sistemare i documenti, trovare un lavoro e una casa. Lezioni di italiano, osservanza di minime regole di vita comune, incontri periodici con uno psicologo, cena comune settimanale, spesso con presenza di operatori e amici, sono preziosi momenti in cui star “bene” insieme, fare famiglia. Mi commuovo al ricordo del proprietario, nostro caro amico, morto in un incidente stradale poco più di un anno fa.

Insieme ad oltre venti volontari, insegnanti in pensione o ancora in attività, ho fatto scuola d’italiano per donne e uomini migranti. La scuola è uno spazio di conoscenza delle situazioni personali, di condivisione, di sostegno reciproco. La pandemia ci ha obbligato a far lezione su appuntamento e - meraviglia! - qualcuna ha preferito far lezione all’allievo migrante a casa sua, coinvolgendo così anche la propria famiglia…
Ho condiviso tanti bei momenti in scuole di Pozzallo, Modica, Avola, con una giovane del posto, un ragazzo del Ghana e p. Vittorio, affrontando temi come: land grabbing (accaparramento delle terre), “Aiutiamoli a casa loro”, guerre dimenticate. Abbiamo collaborato con il presidio di Caritas italiana che, con i suoi tre sportelli a Pachino, Ispica e Modica, offre ai lavoratori stagionali un luogo di ascolto, incontro, orientamento. Abbiamo collaborato anche con Rete Accoglienza Modica, che ha accolto una famiglia siriana con quattro figli, arrivati via corridoio umanitario da uno dei campi profughi del Libano. 

“Sono Adriana Marsili, missionaria saveriana, evangelizzata a Modica”, ho detto salutando a fine Messa nella chiesa madre di S. Pietro a Modica. In cosa ho visto il Vangelo vivente? Nella sensibilità e nel servizio gratuito e generoso di tanti volontari, nell’accoglienza vissuta da uomini e donne “della porta accanto”. Una famiglia ha preso in casa il bimbo di una donna morta di parto al momento dello sbarco, ha trovato un lavoro al suo papà che, ogni settimana, va a trovarlo e passa del tempo con lui. Una famiglia dell’Associazione Giovanni XXIII, oltre ai due figli adottati e già grandi, ha accolto in casa altri sei bambini, bisognosi di cure particolari… Un papà di tre figli mi ha confidato: “Non ti so dire quanti migranti sono passati in casa nostra. All’ultima, per il compleanno, abbiamo dato la chiave di casa e le abbiamo detto di venire quando voleva”. Un’altra coppia, devastata dal dolore per la morte del loro unico figlio in un incidente, era andata a Lourdes per ritrovare un po’ di pace. Al ritorno, una dottoressa dell’ospedale di Ragusa conosciuta in viaggio, ha telefonato loro: “Una ragazza di 19 anni, eritrea, sta per partorire e non ha niente: datemi una mano!”. In breve, la signora ha procurato il necessario, è corsa all’ospedale, ha lavato e vestito sia la mamma che il bambino. La giovane mamma è stata poi ospitata in un Centro d’accoglienza della città. Poco prima di Natale, i coniugi sono passati a salutarla. La ragazza ha gettato le braccia al collo della signora piangendo. “Vieni a casa nostra per Natale!”, le hanno detto. Insieme al suo bimbo è stata da loro per più di un anno, assistiti e curati in tutto come figli. Non credo resisteranno a lungo, senza andare a trovarla in Francia dove si trova, ora che ha avuto un secondo bambino.    



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