Quaresima, tempo di rinnovamento
La Quaresima, iniziata presto quest’anno, è un tempo di preparazione alla Pasqua, l’annuale rinnovamento della nostra vita cristiana, personale e comunitaria. La quaresima, quest’anno, assume una serietà del tutto particolare. Infatti, siamo appena stati chiamati a scegliere coloro che avranno in mano le sorti politiche del Paese. Non solo, ma anche il futuro di molti fratelli e sorelle che sono venuti tra noi, spinti dalla disperazione e dalla speranza di trovare qui uno spazio di libertà e di lavoro.
La Quaresima è il tempo per riflettere su quello che noi possiamo - e dobbiamo - fare per accoglierli, proteggerli, promuoverli e integrarli. Ce lo chiede insistentemente e accoratamente papa Francesco. La quaresima non sarà forse il tempo opportuno per rivedere il nostro stile di vita?
Tutti avvertiamo che non è possibile continuare a vivere sopra le righe. Per questo s’impongono delle scelte ispirate da sobrietà e solidarietà. Questo perché non è giusto scialare quando molti altri, a causa nostra, devono… tirare la cinghia. “Occuparci degli altri, dei poveri è una restituzione”, ha detto il Papa in Evangelii gaudium n. 189. Ma per questo è necessaria una vera conversione, un cambiamento di mentalità, per mettere in atto cambi strutturali a tutti i livelli, partendo dal nostro.
Siccome la crisi in cui versa il mondo non è solo economica e politica, ma riguarda l’uomo e l’umanità, per uscirne è necessario un cambiamento più profondo che rimetta ordine nella scala dei valori. Qual è il valore più importante? Il profitto e il guadagno oppure la persona umana? Quest’ultima trova tutta la sua importanza solo se rimettiamo Dio al primo posto. La Parola di Dio ritorni a risuonare e a richiamare le persone e la società ai valori autentici, a quelle scelte di “carità nella verità” che sono la garanzia di un mondo diverso. Questo e solo questo potrà cambiare la vita, riportare all’onestà, alla giustizia, alla solidarietà, alla sobrietà, alla compassione, alla misericordia e al senso della misura.
In questo compito di conversione ci aiuta la Quaresima e la parola del libro di Isaia: “Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi, dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri e i senza tetto, vestire uno che vedi nudo” (Is 58,6-7). Isaia parlava a un popolo impoverito, che usciva da un lungo esilio e che si lamentava con Dio, che sembrava insensibile alle preghiere del popolo. Ma Dio gli risponde: “Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio” (vv. 9-10).
Oggi Isaia ci chiederebbe forse di incrociare con benevolenza lo sguardo con i rifugiati che vivono di paura nelle nostre contrade spesso inospitali, di aprire le nostre case, di ridurre le esigenze per condividere, di non spendere per oggetti non necessari, di ridurre i consumi… La fantasia non ci manca: vediamo di metterla in funzione!