Provvedimenti… “contro-natura”
L’Italia è nata anche attraverso i porti. Grazie a questi, popoli diversi si sono incontrati, mischiati, confrontati e arricchiti di cultura, storia, merci, linguaggi, fedi. La natura propria del porto è quella di essere uno spazio aperto, capace di accogliere, proteggere, luogo di arrivo e di partenze. Il porto è lo spazio naturale e desiderato dalla gente di mare, dai viaggiatori, dai naufraghi, lo è sempre stato. I porti chiusi per i migranti, ma non per le merci, non per quelle armi di morte che fabbricano nuovi profughi, è una violenza alla natura stessa del porto, alla sua stessa vocazione di essere spazio protettivo per chi è in difficoltà in mare.
Nella nostra società è considerato contro natura lo stupro, la schiavitù, la tortura, la pena di morte. È come se accettassimo la logica di colpevolizzare il ferito, il malato, colui che è minacciato e premiare l’indifferenza e la negligenza del responsabile. Purtroppo stiamo accettando questi provvedimenti come normali e necessari per la nostra società, anche se sono “contro natura”. Manca solo di colpevolizzare anche il mare che lambisce le nostre coste, colpevole di complicità con gli stessi migranti.
Vedo tanti profughi raccolti dalle navi con il loro rosario al collo, tanti altri con i loro tespih tra le dita, cristiani e musulmani insieme, uniti nella stessa gioia, insieme pregano e ringraziano lo stesso Dio per essere stati salvati. Pregano un Dio vivo, che dona vita e li libera dalla schiavitù... Grazie perché ci portate un Dio capace di risvegliare le nostre coscienze.
don Agostino Rota Martir - Coltano (PI)