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Prete missionario da 65 anni

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Campa, Cavallo, che… gli anni crescono.

Il sottotitolo non è irriguardoso per una persona che quest'anno festeggia i 65 anni di sacerdozio. Non capita a tutti. In questo caso il festeggiato è padre Francesco Cavallo, nato a Bari 92 anni orsono, ma domiciliato alla casa saveriana di Salerno e in perenne contatto con il buon Dio.

Siamo "ciucci" di fronte a lui

La sua giornata è molto regolare. Si alza presto per pregare, poi celebra l'Eucaristia con la comunità e si ferma a pregare ancora un po'. La colazione gli serve per dare un po' di forza al corpo, dopo aver rinforzato lo spirito. E via, nel suo ufficio, per ascoltare persone che vengono da tante parti d'Italia per esporgli i problemi, chiedere una preghiera, un consiglio, una benedizione.

È una processione continua. Sembra non stancarsi mai. Anche nel pomeriggio è sempre là, pronto con il suo sorriso delicato e la voce flebile ma profonda, a dire che il Signore è vicino a ogni persona e non ci abbandona mai.

Quando inizia il caldo, sale al monte della Madonna, l'abbazia di Montevergine, sopra Avellino. Là c'è l'aria buona e anche lì, la storia continua. Spesso lui ci dice che non bisogna dimenticarsi di "tirare il fiato", aggiungendo il suo saluto: "Felicità". Noi lo guardiamo dal basso in alto, siamo "ciucci" di fronte a lui, che è "un Cavallo di razza". Molti saveriani lo hanno conosciuto, sia nel noviziato a Nizza Monferrato (Asti), dove era "maestro", sia negli Stati Uniti, dove ha lavorato per molti anni. E ognuno ha un ricordo particolare che conserva gelosamente nel proprio cuore.

È il nostro patriarca!

Qualcuno lo ascolta con più attenzione, anche perché si trova di fronte a lui a tavola, al momento del pasto. Noi, un po' defilati, ci permettiamo di scherzare: è il nostro "patriarca". Certo non ha ancora l'età di Abramo, Isacco e Giacobbe, ma spesso fa come Mosè: resta sul monte a pregare per noi. Qualche volta gli teniamo le braccia alzate, quando si stanca.

Ma non molla mai. Continua, perché dice che "bisogna morire sulla breccia". Non è ancora tempo. Il Signore lo conservi ancora a lungo per continuare a fare il bene! E anche noi, seguendo il suo illuminato esempio, cerchiamo di fare qualcosa di buono.

So già cosa dirà quando leggerà queste righe scritte per lui, in incognito... A volte sembra che non ascolti; però il suo sorrisino sotto i baffi (che non ha), la dice lunga. Capisce, ma vuole lasciarci un po' nel dubbio.

Insomma conduce lui la danza e noi, da bravi "ciucci", continuiamo ad andare a scuola del "Cavallo".



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