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Care amiche e cari amici di “Missionari Saveriani”,
le feste di Natale e Capodanno sono già… passate. Qualcuno dice che sono finite troppo in fretta e siamo di nuovo nel tempo ordinario con tutte le solite preoccupazioni. È vero, ma questa è la vita e le feste sono degli aiuti per poi continuare nella routine quotidiana. Ci auguriamo che le abbiate trascorse nella serenità e nella pace all’interno delle vostre famiglie.

Anche noi, qui a Tavernerio abbiamo vissuto la preparazione delle festività nel ministero e nell’accoglienza delle persone che sono venute a farci visita, godendosi un po’ di riposo dopo gli impegni comunitari. Ora la nostra vita ha ripreso il suo ritmo, ma ci ha portato anche una bella notizia. Padre Filippo Rondi, che già ha trascorso qualche anno con noi e che certamente molti di voi ricordano, è tornato a far parte della nostra comunità. Noi ne siamo contenti e con noi sicuramente si rallegreranno quelli che lo hanno conosciuto e apprezzato in passato, nel periodo della sua prima permanenza a Tavernerio.  

Il 2022 appena iniziato vorremmo che fosse per noi e per voi tutti l’anno della ripartenza, che fosse cioè l’occasione per prendere coscienza del dovere di ripartire con speranza. E le feste sono state quasi un anticipo. È vero che stiamo faticosamente uscendo da due anni di restrizioni e di chiusure ma, grazie alla prudenza, al vaccino e alla grazia di Dio, possiamo riprendere la vita e l’attività, pur tra le normali paure ed incertezze. Continuiamo ancora a chiederci quando avremo la fine di questo incubo, ma forse possiamo iniziare con una carica di ottimismo in più rispetto all’anno scorso.

Non sarebbe giusto, però, riprendere a vivere, come se niente fosse successo. È bene ricominciare su nuove basi, con nuove motivazioni, nuovi sentimenti e nuovi obiettivi per la nostra vita, cercando soprattutto di stabilire buone relazioni con il prossimo. Abbiamo vissuto una stagione pesante di isolamento forzato, ma essa ha contribuito anche a farci vedere nuove possibilità, abbiamo imparato qualcosa di diverso e forse abbiamo ricuperato buone abitudini che avevamo dimenticato. Ci siamo accorti che tra noi può nascere una nuova solidarietà, che ha coinvolto persone che non avremmo mai pensato potessero mettersi al servizio dei più deboli. Ha fatto bene il Presidente della Repubblica a mettere in evidenza e a premiare quei cittadini, giovani e adulti, che in questi anni hanno saputo esprimere attenzione per gli altri. Sono dei buoni esempi per tutti. Dunque, riprendiamo insieme il cammino con ottimismo e speranza, guardando avanti per non perdere il bene che abbiamo sperimentato.

Nello stesso tempo, non possiamo dimenticare tutti quei fratelli e sorelle che non hanno avuto la possibilità di essere curati o di avere un vaccino e che non sembra possano neppure sperarlo. Pensiamo a chi vive nei Paesi più poveri e che rappresenta la grande maggioranza della famiglia umana, in mezzo ai quali noi missionari ci troviamo a vivere. Essi, ancora una volta, rimangono ingiustamente penalizzati e possono sperare solo nella generosità delle Nazioni più ricche. Noi abbiamo iniziato il nuovo anno con qualche speranza in più mentre loro… Possiamo dimenticarli?

Questi interrogativi non devono rattristarci o toglierci la gioia di vivere e sperare. Però, devono farci sentire la responsabilità che incombe su di noi, Paesi progrediti, che non abbiamo alcun merito per essere nati in un continente benedetto dalla geografia e dal clima generoso, dove ci è concesso crescere e lavorare. In questi mesi, sentiamo dire anche che saranno messi a disposizione dei Paesi più poveri i vaccini depositati nei magazzini pubblici, a rischio scadenza. Noi speriamo che ai poveri non vengano destinati i resti del nostro fabbisogno e meno ancora vaccini che non potranno essere di vero aiuto. Sarebbe una beffa, ma più ancora un’ulteriore prova della nostra scarsa sensibilità per chi soffre. Siamo sicuri che questo non accadrà, almeno per quanto dipende da noi.



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