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Anche a questo servono le riviste missionarie

Tre considerazioni su una questione importante: "comunicare il vangelo in un mondo che cambia". Tutti vogliamo comunicare qualcosa.

Ma come fare a "comunicare il vangelo", nella chiesa e nel mondo attuale, attraverso le riviste missionarie?

Prima di tutto il vangelo. Quante delle cose che la chiesa fa oggi nel mondo sono "comunicazione del vangelo"? Quante di esse non sarebbero fatte da ogni buona religione o da ogni ente umanitario? Dobbiamo riscoprire l'essenziale; tornare al nocciolo della questione. Viene in mente il richiamo di Gesù a Marta: "Tu ti affanni per troppe cose! Di una cosa sola c'è bisogno".

Le nostre riviste missionarie comunicano il vangelo?

Comunicare il vangelo con la vita. Non si tratta di un banale invito alla coerenza. E' una cosa importante anche dal punto di vista teologico: noi siamo il Cristo risorto! Da quella "prima domenica" fino alla fine della storia, la chiesa nel mondo è il "corpo esteso" del Risorto. La resurrezione di Gesù va mostrata, non dimostrata. Quindi non c'è che una strada: la costante conversione della chiesa; il nostro tornare ad essere comunità cristiana. Oggi il più grande problema missionario è una chiesa che ha difficoltà a convertirsi al vangelo.

Ogni discorso missionario - anche sulle nostre riviste - non può che essere un discorso radicalmente evangelico: sulla nonviolenza, ma anche sulla povertà, sul lavarsi i piedi gli uni gli altri, sul perdono dei nemici, sull'indissolubilità del matrimonio…

Il cordone ombelicale. Noi continuiamo a pensare all'Incarnazione - e quindi alla missione - come la venuta di Dio nel mondo, per cambiare il volto del mondo: "Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito, perché il mondo si salvi per mezzo di lui…".

Abbiamo mai pensato che, con l'Incarnazione, l'uomo Gesù è entrato in Dio e ha cambiato il volto di Dio? Dio si è reso permeabile a tutto ciò che passa nella storia umana.

Questa riflessione è importante anche per la chiesa, che deve continuamente assumere la realtà umana. La chiesa è in continua formazione, come un bambino nel seno della madre; il sangue che gli porta nutrimento è ciò che succede nel mondo. Sappiamo qual è il suo codice di sviluppo: il codice è Cristo, è il vangelo. Ma non sappiamo esattamente quello che sarà il suo volto futuro. Della chiesa sappiamo ciò che è stata, non ciò che sarà.

Le riviste missionarie sono un po' il cordone ombelicale che portano sangue all'embrione-chiesa: esse devono non solo portare la chiesa al mondo, ma anche portare il mondo alla chiesa. Portare il mondo alla chiesa significa, in concreto, valorizzare tutto ciò che è salvabile nel mondo di oggi, anche in un mondo così dissacrato e dissacrante, ateo e disumano… Le riviste missionarie sono riviste di denuncia, ma anche di annuncio di tutto ciò che di buono il mondo di oggi contiene.

È un servizio al dialogo della vita: un dialogo difficile, ma essenziale al divenire della chiesa - regno di Dio.



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