Poco a poco si costruisce il Mondo: è legge di natura
È la legge delle formiche, nella vita avviene proprio così: "aggiungi poco al poco e il mucchio diventerà presto una montagna". Il proverbio continua ad essere ancora oggi una carta vincente nell'attività della Chiesa: il poco dei tanti ha sempre ammucchiato di più del molto dei pochi. Questa è la storia. Cristo, lo sappiamo, fa però un altro tipo di businnes con l'uomo: Lui guarda il cuore, il cuore che ama.
Chi ama, Lui dice, fa un buon investimento. Per Gesù la povera vedova che mette tutti i suoi spiccioli indispensabili per campare nella cassa del tempio è un investimento degno di encomio. Naturalmente a motivo della fede. Gesù è così, ed è bello che sia così! Si accorge del poco dato con amore; ma prova ripugnanza quando vede che il "molto" di certe donazioni non rappresenta altro che una "spremutina" insignificante del ricco.
Lui penetra nelle intenzioni della persona e scruta il suo cuore. La Chiesa non può fare questo. Il compito della Chiesa è far leva sulla comunitarietà dei suoi fedeli e di unirli nella solidarietà del poco per raggiungere il molto che i poveri si aspettano.
Negli Atti degli Apostoli si legge che: "La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli Apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era venduto e lo deponevano ai piedi degli Apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno".
Il passo è importante perché la testimonianza che gli apostoli facevano della Risurrezione di Gesù Cristo provocava un tipo di fede che creava la vicinanza affettiva tra i credenti e quindi erano un cuor solo e un'anima sola e si distinguevano poi per i grandi segni di apertura caritativa verso il prossimo bisognoso.
Lo stile di vita cristiano della Chiesa primitiva bacchetta un manierismo abbastanza diffuso tra i credenti del nostro tempo. La fede ci tiene vicini in chiesa, alla domenica, e lontani poi nella vita di ogni giorno. Pensare agli altri e pensarli con le mani, cioè col frutto delle proprie attività o con la potenza del proprio ingegno e capacità, è nella tradizione perenne della Chiesa.
Lunedì 3 dicembre, festa di s. Francesco Saverio, patrono delle missioni, la nostra Comunità saveriana di Macomer ha chiuso il progetto di Chemba e Sena in Mozambico. Durante la Celebrazione Eucaristica una busta voluminosa è stata portata all'altare. Tra i numerosi presenti si poteva distinguere il sorriso raggiante di coloro che avevano collaborato al progetto del Mozambico. Si erano ritrovati spesso insieme per mettere in opera le loro "prodigiose mani", soprattutto per dare spazio ai valori dell'amicizia. Si poteva distinguere il gruppo dei pabassinos, dei malloredus, dei mustaccioli, ma anche di coloro che avevano ricamato o intrecciato corbule.
Tanti gruppi e un solo intento: contribuire a dare "respiro al mondo". Per loro risulterà gratificante poter dire di aver collaborato a realizzare un'opera sociale in Africa. Alcuni di quei gruppi li ho visti in azione, ho assistito alla festa che facevano, l'umanità che sprigionavano, i valori di socializzazione che creavano e sono rimasto impressionato.
Tra loro ho capito che è più bello dare che ricevere. Dico che è proprio vero che più si pensa alle necessità degli altri e più diventa spontaneo il sorriso nella vita di ogni giorno. Più si dona e con più facilità si mette in moto la fantasia creativa della convivenza. "Al contadino non far sapere", vale proprio la pena di ripeterlo: la gente profana ai valori cristiani non può sapere quanto sia rivoluzionaria la guerra dell'amore!