Pietre vive, non spettatori passivi
Rientrati in Italia dalle missioni, i saveriani si prestano volentieri ad aiutare alcuni parroci nelle Celebrazioni Eucaristiche e penitenziali, portando la vivace esperienza missionaria delle giovani chiese. In missione, abbiamo visto i frutti veri e arricchenti della fede cristiana inculturata, che assume gli autentici valori umani, sorprendendoci per la vitalità della Parola di Dio e del Vangelo di Gesù. Ci pare, oggi, di percepire nei volti e negli occhi di tante persone l’attesa di qualcosa di nuovo e inedito. Un respiro di maturità e di corresponsabilità sale dalle loro radici battesimali, irrorate dai carismi dello Spirito che ringiovanisce continuamente il popolo di Dio. E nell’Eucaristia si percepisce famiglia di Dio, chiamata a vivere e a testimoniare il Vangelo e a donarsi per il bene del prossimo.
Volentieri, pubblichiamo le testimonianze di Dino e Kathia impegnati nel cammino pastorale delle loro comunità parrocchiali.
Ci sembra che voi saveriani abbiate una marcia in più nel rappresentare la Chiesa di Cristo. Mi riferisco alla comunità di Percoto dove, saltuariamente, celebrate le Eucaristie domenicali. Le omelie di p. Nicola, p. Romeo e p. Lorenzo, col loro modo di porsi, toccano veramente il cuore dei fedeli. Risultano molto comprensibili e sono concretamente legate alla quotidianità della vita, con esempi e aneddoti, anche in friulano… Grazie! (Dino, Percoto).
È domenica e, al suono festoso delle campane, la comunità di Lauzacco si raduna in chiesa per l’Eucaristia. Da diversi anni la parrocchia è organizzata in una “collaborazione pastorale”. Il parroco non può essere presente in tutte le comunità ogni domenica. Spesso sono i saveriani che portano nelle celebrazioni liturgiche la loro missione. Per noi è edificante accogliere queste piccole esperienze “condivise”, vissute in terre di missione e feconde anche nella nostra comunità. Noi laici siamo chiamati, alla luce delle Parole di Gesù e secondo le proprie caratteristiche, a farci carico di momenti celebrativi come “pietre vive” e non come passivi spettatori di una Chiesa sinodale in cammino (Kathia, Lauzacco).