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Pasqua è voler conoscere l’altro

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Nel quinto anniversario della firma del Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune, evento svoltosi ad Abu Dhabi con il Grande Imam Al-Tayeb il 4 febbraio 2019, papa Francesco così si è espresso: “C’è un solo grande pericolo in questo momento: la distruzione, la guerra, l’odio tra noi”. Questo fatto ha dato l’occasione all’Assemblea delle Nazioni Unite di istituire la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana.

Viviamo un tempo in cui il dialogo, il rispetto dei diritti umani fondamentali, la valorizzazione delle diversità culturali, il vivere insieme sono messi in discussione da ingiustizie e guerre che portano morte e distruzione. I valori fondamentali del vivere pacifico sono calpestati, considerati come un’utopia irraggiungibile.
Riflettendo su questa situazione, papa Francesco considera che ci sono tre mali fondamentali nella società attuale che impediscono la realizzazione del sogno di una fratellanza nella pace.

Il primo è la “non conoscenza dell’altro”. Quando sono i pregiudizi a costituire la nostra conoscenza dell’altro questo non favorisce l’avvicinamento e la simpatia. Anzi porta a costruire il pensiero dell’anti-fratello percepito come un nemico.
Il secondo male è “l’assenza di ascolto”. In un mondo sempre in agitazione, pieno di rumori e di notizie di ogni genere che cercano di captare la nostra attenzione, l’ascolto diventa un’attitudine dello spirito che manifesta il primo grado di accoglienza dell’altro
Il terzo male è “la mancanza di flessibilità intellettuale”. Questa rigidità impedisce l’apertura all’alterità, a ciò che è diverso, a vedere la bontà di cammini alternativi, a cercare sempre una maggiore solidarietà sociale e quell’amicizia che ci aiuta a sentirci fratelli e sorelle, figli e figlie dell’unico Padre dei cieli.

Queste malattie dello spirito umano possono essere illuminate dalla buona notizia del Signore risorto che noi celebriamo in questo tempo. Il Vangelo, infatti, ci apre un orizzonte nuovo che risponde ai desideri più profondi del cuore umano spesso imprigionati nei limiti della nostra natura umana, di cui il più grande è la morte biologica. La morte di Gesù è liberazione della volontà negativa dell’uomo e nello stesso tempo è comunione filiale con Dio che si fa carità fraterna.

La fede nella Resurrezione è il dono di una vita nuova, animata dall’amore che il Signore ci ha manifestato con il dono della sua per tutti noi; ci rende fratelli e sorelle perché redenti dal suo sangue e ci libera da ogni pregiudizio. Questa speranza “ci parla di una sete, di un’aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore” (FT 55). La Pasqua ci fa entrare nel sogno di una realtà che allarga il respiro e ci apre “a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa” (FT 55).

Questo vuole essere anche il nostro augurio per tutti voi amiche e amici dei missionari Saveriani. Che lo Spirito della Pasqua risvegli in noi il desiderio di una conoscenza dell’altro, di un ascolto simpatico della sua vita, con quella flessibilità dell’intelligenza che diventa empatia, vicinanza e solidarietà. E come dice l’apostolo: “Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte” (1 Gv 3,14). Allora, gioiosa resurrezione a tutti voi che vivete di queste parole del Cristo risorto!



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