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Parrocchia in cammino: la realtà dei sogni missionari

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Diario di un parroco di...missione

Padre Giuseppe Dovigo è un saveriano vicentino di 66 anni che era già stato in Africa. È ripartito a gennaio del 2003. Scrive spesso lettere che sembrano pagine di diario. Abbiamo fatto un collage di pezzi scelti, per raccontare com'è la parrocchia a stile missionario in …Africa. Può valere anche altrove?

Tempo fa avevo avuto un sogno. Avevo sognato la casa di legno, con un muretto di cinta e un giardino con aiuole e fiori. È aperta e con l'atrio d'ingresso, per accogliere tutti. Chi passa vede, sente, si ferma, entra… per incontrare la famiglia che vi abita. La guida mi spiega: "Questa è la casa della piccola comunità, l'icona della gioia di stare insieme, della comunione tra gli uomini, dell'aiuto vicendevole, dell'impegno per costruire il mondo nuovo".

Poi ho avuto un altro sogno. Ho sognato la nuova chiesa della parrocchia, “la casa comune di tutte le piccole comunità”. Sulla facciata c'è l’elenco dei diritti dell’uomo, della donna e del bambino. Sul frontale c’è scritto: “Puoi passare da questa porta, se hai rispettato i diritti di tuo fratello e di tua sorella!”. Sto per entrare in chiesa, quando un bambino m’impedisce di varcare la soglia: “Tu - mi dice - non mi hai aiutato ad andare a scuola!”.

La casa della comunità cristiana

Su un terreno di 15 metri per 15, i cristiani hanno costruito "la casa della comunità", un edificio di legno con il tetto di lamiera. M’invitano per la benedizione. Al mio arrivo, trovo un centinaio di persone ad aspettarmi. Mi offrono la chiave e l’onore di aprire la porta, di entrare per primo.
Non tutti riescono ad entrare, non tutti trovano posto a sedere. Dopo un canto, viene proclamato il vangelo di Cristo risorto che appare ai discepoli, icona della piccola comunità. Procedo con la benedizione. Verso l’acqua santa in abbondanza su tutto e su tutti, dentro e fuori. La casa - chiesa è dedicata a san Giuseppe.

Invito tutti ad essere riconoscenti verso i benefattori in Italia, che ci hanno aiutato a realizzare il sogno della “casa della comunità”: due coppie di sposi che, pur vivendo in situazioni di sofferenza, hanno voluto condividere il sogno della missione. Alla fine, canti, grida e danze a non finire!

Lo Spirito Santo aleggia su Goma

Tempo fa, ascoltando la Parola di Dio, ci siamo domandati: "si trovano a Goma esperienze dello Spirito simili a quelle dei primi cristiani?". Alcuni segni ce lo confermano.

Le piccole comunità cristiane che si radunano due volte la settimana per pregare, leggere il vangelo e confrontarsi con la Parola di Dio e la dura realtà della vita. (In Italia difficilmente una parrocchia di 5.000 cristiani può contare circa mille persone che si radunano due volte la settimana per l’ascolto della Parola!). 

Nelle celebrazioni domenicali, la tenda - chiesa trabocca di gente che canta, batte le mani, danza, ascolta, medita e prega in silenzio. È uno spettacolo entusiasmante!

I laici partecipano alle attività, nei diversi impegni della comunità cristiana: il servizio liturgico con lettori, animatori, cantori, persone che accolgono…; la visita agli ammalati e alle famiglie; la ricerca di "giustizia, pace e sviluppo"; i catechisti e le catechiste con più di trecento catecumeni e la massa dei bambini della comunione e cresima; gli 82 giovani e adulti battezzati, che si preparano al dono dello Spirito…

Gli sposi Margherita e Francesco, che pregano con il rosario in mano; Jean Tardif, il ragazzo di 13 anni malato di Aids che, con la camicia nuova, riceve la cresima; il giovane maestroInnocent, che vuole entrare in seminario; mamma Rachel, cordiale e servizievole, che aiuta Giovanna nella formazione delle donne pigmee; Dodo, il saldatore alto e magro, con una tuta larga che sembra un clown, con un sorriso trasparente, che frequenta la scuola di bibbia e porta nel suo zainetto quaderno, matita e il libro delle sacre Scritture… 

Insomma, a stare attenti, è tutto un racconto dello “Spirito di Dio che aleggia sulle acque”, già troppe volte agitate dal male…

Il quartiere dei disastrati è in festa

A Mugunga è il giorno della cresima di 83 giovani. È un evento di tutti e tutti collaborano: una corale di sessanta cantori; trenta bambine per la danza liturgica; 16 chierichetti per accompagnare il vescovo e i celebranti; sessanta rappresentanti d’ogni piccola comunità; una processione di popolo e una chiesa traboccante di gente in festa. 

Il vescovo fa l'omelia: “La vostra comunità è nata un anno fa ed ora vive in crescita. Siete una comunità di mamme, papà, giovani, vecchi e bambini, che arrivano qui, a volte con volti stanchi, con indumenti poveri e sporchi, portando il peso di una vita di sopravvivenza. Ma poi voi, da qui, riprendete il cammino delle vostre abitazioni provvisorie, con la fiducia suscitata dalla Parola, con la gioia di un incontro, con in cuore nuove motivazioni di fede, con l’impegno di migliorare il vostro quartiere, nella giustizia e solidarietà…”. 

Alla fine dell’Eucaristia offrono al vescovo alcuni vasi, modellati dai pigmei, e ai missionari danno un tacchino, da condividere in comunità.

Se la fede non diventa cultura…

In Avvento le comunità della parrocchia hanno tre giorni d’ascolto della Parola, sul tema “Dio cerca casa”. La riflessione si estende alla vita di coppia, all’educazione dei figli, alla proposta di fare della famiglia una “piccola chiesa”. Il confronto con la cultura africana mette in evidenza la necessità di un cammino lungo. Il vangelo irrompe nella cultura africana con nuovi orientamenti che superano certi comportamenti abituali; ad esempio, il dominio dell’uomo, la mancanza di comunicazione nella coppia, l’attenzione privilegiata al figlio maschio, le strumentalizzazioni della donna e del bambino….

Dicono i vescovi d'Africa: "L’inculturazione è Dio che scende ed entra nella vita, nei comportamenti morali e nelle culture degli uomini per liberarli dal peccato e introdurli nella sua vita e santità” (ottobre 2003). Se il cambiamento non avviene, se la fede non diventa cultura, allora la fede non è genuina. È necessario il superamento, la trasformazione…

Sarà la famiglia africana la nuova “casa” di Cristo? 



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