Padre Rocco Viviano “visto” da papà e mamma
Recentemente ordinato prete
In occasione dell'ordinazione sacerdotale del figlio, p. Rocco, avvenuta il 17 settembre scorso, nel Duomo di Parma i suoi genitori hanno volentieri risposto ad alcune nostre domande.
Che sentimenti provate ad avere un figlio sacerdote missionario?
Di grande gioia. La sua scelta ci è costata non poco all'inizio. Ventenne, già al secondo anno di Università nella facoltà di ingegneria elettronica, al passo con tutti i coetanei ci sembrava un'avventura. La sua vocazione è maturata dall'incontro di alcuni giovani padri Saveriani.
Vari scout sono stati presenti già alla sua professi o ne perpetua. Perché?
Rocco è cresciuto tra gli scout nella parrocchia di s. Demetrio, sino a diventare un capo reparto. Dello scoutismo ha sempre ammirato e vissuto lo spirito: creatività, amore alla natura, solidarietà, coraggio e spirito di iniziativa nell' affrontare situazioni sempre nuove. Doti che manifesta anche oggi. Da ragazzo passò durante un'estate molto tempo a sistemare la segreteria della zia professoressa del liceo scientifico mettendo in ordine tanti libri. La letteratura è un altro dei suoi hobby.
Che cosa faceva da piccolo Rocco?
Da bambino lo vedevamo spesso intento a fare costruzioni su costruzioni con i Lego. Ha sempre desiderato diventare ingegnere, e persino ammiraglio. Amava molto viaggiare quando gli era possibile. Un sogno più che una realtà a quei tempi.
Molti notano in Rocco la facilità alla gioia e la propensione all'ottimismo. È una sorpresa per voi?
No, è sempre stato così: gioviale e speranzoso. Per i suoi fratelli non è solo il maggiore per l'età, ma per un grande senso di responsabilità. Sono stati scout come lui e lo hanno avuto come capo non di nome ma di fatto.
Andrà a studiare a Londra l'inglese e poi?
Non sappiamo ancora come sarà il suo futuro. Si vedrà. Per la famiglia tutta, in particolare per noi genitori, è una gioia grande sapere che ogni mattina ci avrà presente all'altare. Certo: un figlio missionario è un figlio che vive più fuori che in casa, più lontano che vicino, ma lo sapevamo e lo abbiamo accettato fin dall'inizio della sua scelta.
Avete visto con quanto entusiasmo la vostra nuova parrocchia di Rufoli ha partecipato all'ordinazione di Rocco?
Sì! Ne siamo profondamente riconoscenti e un po' sorpresi: perché è da poco tempo che abitiamo qui. Sappiamo però che la parrocchia di Rufoli in questi ultimi anni si è aperta molto ed è andata oltre le frontiere nazionali con il gemellaggio con una cittadina della Jugoslavia e l'impegno generoso di costruire un ponte verso una tribù di indios dell'Amazzonia.
E don Luigi e s. Demetrio?
Don Luigi è per noi tutti il parroco che ci ha accompagnati per molta parte della nostra vita. Per Rocco il sacerdote determinante per la formazione cristiana e nella scelta vocazionale. S. Demetrio la parrocchia dove abbiamo abitato a lungo e dove abbiamo lasciato tanti cari amici. Rocco e noi ritorniamo sempre volentieri là quando ci è possibile.