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Padre Lucini, compagno di vita

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Padre Carlo Lucini ci ha lasciati per il cielo il 22 dicembre 2012. Era nato a Vidiceto di Cingia de' Botti il 29 novembre 1935. Così lo ricorda l'amico coetaneo p. Luigi Brioni.

Scrivo da Makeni in Sierra Leone, dalla casa dei saveriani dove padre Carlo ha vissuto i suoi ultimi anni di missione tra noi. E mi pare di rivederlo ancora affaccendato ad accogliere tutti con la sua attenzione e bonomia. Ho condiviso la notizia della sua morte con alcuni sacerdoti e persone che hanno conosciuto e apprezzato la sua bontà: tutti hanno assicurato le loro preghiere.

Con padre Carlo ho avuto un'amicizia cordiale e profonda per tanti anni. Ci siamo conosciuti al seminario di Cremona in seconda media, nel 1950. Lì io avevo già frequentato il primo anno e lui, che aveva fatto l'avviamento a Cingia de' Botti senza aver studiato il latino, si aggiungeva a noi "piccoli" in camerata sesta.

Però lui si distinse subito, non solo per essere più "grande", ma perché sapeva bene il francese e tante cose pratiche di falegnameria e meccanica: una dote che egli ha mantenuto per tutta la vita a disposizione di tutti, specialmente in missione.

Un trio diventato famoso

La nostra amicizia scoppiò, così vorrei esprimermi, nel 1957 quando, alla fine del liceo, ci scoprimmo di avere la stessa vocazione missionaria per i saveriani di Parma, insieme a p. Sandro Parmiggiani, con il quale abbiamo formato un trio missionario diventato "famoso"!

Il 2 settembre 1957 noi tre "avventurieri di Cristo",  accompagnati dai genitori, raggiungemmo in corriera il noviziato saveriano di San Pietro in Vincoli, vicino a Ravenna. Quel viaggio insieme segnò per noi e per le nostre famiglie l'inizio di una grande cordialità, un sentimento che continua tutt'ora.

Il 15 settembre 1958, p. Carlo, p. Sandro e io abbiamo fatto insieme la professione religiosa missionaria. Insieme siamo stati ordinati sacerdoti (con un altro ex seminarista cremonese p. Emilio Paloschi) il 15 ottobre 1961.

Insieme in Africa

Dopo l'ordinazione, mentre io solcavo l'Atlantico verso gli Stati Uniti e p. Sandro viaggiava verso il Bangladesh, p. Carlo era stato mandato in Scozia nel seminario minore dei saveriani, come prefetto, vicerettore, factotum. Lì si era immedesimato così tanto con la lingua e i modi scozzesi, che spesso la gente lo credeva un... autoctono.

Poi ci siamo ritrovati ancora nella stessa comunità a Londra nel 1975, io superiore e lui che si preparava alla missione in Sierra Leone, che ha raggiunto l'anno seguente. Finalmente nel 1978 eravamo insieme anche in Africa, a coronare il sogno di quei lontani giorni del seminario.

In Sierra Leone padre Carlo è rimasto tanti anni, fino al 2005, prodigandosi al meglio per il bene della gente. Ha lavorato bene nella pastorale, con i catechisti, con gli studenti delle scuole elementari, con i malati, con tutti.

Buon umore e perseveranza

Aveva un carattere gioviale, anche se qualche volta si infastidiva per le richieste irragionevoli di qualcuno. Ma tornava presto al suo buon umore con la perseveranza del suo servizio. Molte persone in Sierra Leone, soprattutto a Lunsar, Kambia, Bumbuna, Makeni, lo hanno sempre ricordato con gratitudine e simpatia, per i suoi doni di fede e lo spirito di fraternità.

Il 15 ottobre 2010 segna l'inizio del calvario di p. Carlo, colpito da una paralisi. Dopo le prime cure all'ospedale di Cremona, è stato portato alla casa madre di Parma, dove sembrava migliorare. Il 22 dicembre 2012 il suo cuore non ha più retto e p. Carlo è tornato alla casa del Padre.

Il Signore gli conceda in abbondanza la ricompensa dell'apostolo, che ha lasciato tutto per il vangelo. A te, Carlo, il mio saluto più fraterno e vero, con la speranza di essere presto insieme per sempre anche nella casa della vita eterna.



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