P. Pietro Uccelli - Il servo buono e fedele
Vita di fede, speranza e carità
Vicenza, domenica 31 ottobre 2004. Una cappa imbronciata d’autunno non ha frenato l’affluire di centinaia di devoti, di testimoni, di amici, di parenti. Non per magnificare un personaggio della storia, ma uno dei piccoli del vangelo e grandi nel regno di Dio. Non un tempio fastoso accoglie la gente, ma solo un vasto salone nel seminterrato, straripante nei locali adiacenti, nelle scale e fuori all’ingresso.
Attorno a un vivente
Non è una pura ricorrenza che richiama tante persone. Oserei dire che aleggia un vivente, dal volto riflesso sulla tela. Gli accorsi si salutano, si riconoscono, si scambiano una parola, come tra familiari a una festa di casa. Notiamo anche i pronipoti del servo di Dio: i fratelli Anna, Giovanni e Albina Pozzi.
Spicca il profilo del padre Rino Benzoni, superiore generale dei missionari saveriani, assieme ai padri Gugliemo Camera e Gianni Viola, postulatori della causa di beatificazione. Fanno corona numerosi missionari e sacerdoti locali.
Padre Camera delinea la figura del padre Uccelli, volando da Barco di Reggio Emilia alla Cina e infine a Vicenza; segue la scia delle sue gesta, in simbiosi con l’onnipresente protettore san Giuseppe. La causa di beatificazione a Roma, afferma il promotore francescano p. Bove, è limpida, non la contrasta nessun ostacolo.
Un santo “ordinario”
Il p. Benzoni, nel suo breve intervento, afferma che la figura di padre Uccelli è una di quelle che con il passare del tempo acquistano spessore; ne fissa la santità non tanto nei doni straordinari, ma nel suo cammino cristiano ordinario. Lo definisce un uomo di fede, di speranza e di carità. Fede, dimostrata dai lunghi momenti di preghiera. Speranza, testimoniata dalla fiducia in Dio e nella sua Provvidenza. Carità praticata tutta la vita, verso quanti ricorrevano a lui.
Ricorda una caratteristica del padre: protestava di non essere lui a compiere miracoli e insisteva di rivolgersi a san Giuseppe e al Signore che solo opera prodigi; ed esortava, ottenuta la grazia, a proseguire sulla retta via, con serenità e fiducia.
Musiche e acquerelli
Ancora una volta arricchisce la scena il “coro e orchestra città di Vicenza”, diretto dal maestro Giuliano Fracasso, durante la Messa e dopo, con deliziose musiche africane in francese e con estratti di Messe in inglese. Viene eseguita anche una “Ave Maria” del maestro Arnaldi, composta a suo tempo per il p. Uccelli, un cantico a san Francesco del Baluardi e un “Magnificat” del Frisina.
Un vero successo ha riscosso la mostra di acquerelli del p. Angelo Costalonga. L’artista ha inseguito il p. Uccelli in tutti i suoi percorsi, dal fonte battesimale alla tomba. Appaiono pure i lineamenti del padre, addolciti dallo sguardo e nell’abito cinese, un po’ goffo. Il pennello in mano all’artista scova ogni angolo, dona fascino, inventa una sfumatura a incastonare un gioiello. I quadri danno quasi l’illusione di opere in foto-flash, aumentandone il pregio.
Seguiamo la sua mano
Abbiamo vissuto questo anniversario come una tappa luminosa: le fiammelle palpitanti, accanto alla tomba del servo di Dio, la sua mano alzata, nella pietra, ci invitano a proseguire. Se ascoltiamo in silenzio nell’intimo, la sua voce ci indica ancora la strada, nella fede, speranza e carità della vita ordinaria.