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P. Pedrotti: fede, ascolto e dialogo

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Negli anni cinquanta, noi ragazzi di Esine eravamo numerosi. Dopo la scuola, nel pomeriggio frequentavamo l’Oratorio, vicino alla chiesa parrocchiale, diretta dal curato don Innocenzo Bontempi. Ci conoscevamo tutti per nome, quindi rimasi meravigliato quando un giorno si unisce a noi ragazzo sorridente che giocava bene a pallone. Quel bambino era p. Giambattista Pedrotti che, in un’intervista qui pubblicata nel 2018, diceva: “Dopo essere rimasto orfano, lasciai Cortenedolo e, assieme alle cinque sorelle, mi sono trasferito ad Esine dallo zio don Battista Pedrotti”.

Con Battista, come lo chiamavamo noi, abbiamo stretto subito una bella amicizia. Era sempre presente in oratorio, nelle celebrazioni in parrocchia e persino durante la vendemmia. Infatti, mia nonna Caterina aveva in affitto un campo di proprietà della parrocchia. Un giorno notiamo che non c’era. Era entrato nel Seminario di San Cristo a Brescia, dove ha frequentato la terza media e il ginnasio. “Eravamo più di duecento, stipati come sardine, ma c’era un bel clima. In tanti, volevamo diventare missionari. Poi, un giorno che mi trovavo a Esine, è venuto il saveriano camuno p. Pierino Grappoli, missionario in Indonesia. Mi ha entusiasmato per il modo profondo e spirituale con cui ha parlato di Dio, del Vangelo e delle missioni. Ho accettato di fare un periodo di prova durante le vacanze, e alla fine decisi di entrare dai Saveriani”.

Il suo percorso prosegue: noviziato, la Teologia a Piacenza con una crisi al quarto anno. Raccontava “Dentro di me non vedevo chiaro, sentivo una lotta interiore fortissima che mi ha bloccato; i miei compagni saveriani hanno ricevuto il diaconato ed io no. I superiori mi hanno mandato a Udine ad insegnare senza essere presbitero. Là ho trovato p. Ghezzi, mio maestro dei novizi. Sostenuto da lui, dopo un anno di animazione vocazionale, ho accettato di ricevere l’ordinazione presbiterale nel 1959”.

Padre Gianni torna ad insegnare nel Seminario Minore di Udine, prima della partenza per il Burundi dove è parroco in diverse parrocchie, ricoprendo anche l’incarico di Superiore Regionale. Nel 1981, assieme a tutti i missionari, viene espulso. Dopo aver soggiornato per un anno a Parma, nel 1982 p. Gianni è destinato allo Zaire-Congo. Anche qui ha ricoperto diversi incarichi come animatore vocazionale, parroco, superiore e padre spirituale nella comunità saveriana di Bukavu-Panzi, dove ha chiesto di essere sepolto.

Nel 2021, p. Gianni torna in Italia per un po’ di riposo e per cure mediche. La pandemia lo blocca ad Esine, nella casa del cognato Battista Pedersoli. Riesce a ripartire per il Congo RD, ma un anno fa è costretto a rientrare a Parma per cure più specifiche. La situazione di salute peggiora. In accordo con i superiori, la nipote Chiara accetta di portare p. Gianni ad Esine. Lei e Monica assistono premurosamente lo zio. I presbiteri dell’Unità Pastorale e noi saveriani gli facciamo visita frequentemente. P. Gianni, sempre col sorriso sulle labbra, diceva: “Speriamo che il Signore venga presto a prendermi”.

P. Gianni celebra l’ultima messa nella sua stanza il giorno di Pasqua. Due giorni dopo, l’11 aprile, sale al cielo, a 88 anni compiuti e quasi cinquanta di missione africana. Il funerale è stato presieduto dal consigliere generale p. Fabien Kalehezo, amico di p. Gianni. Erano presenti il parroco di Esine, don Giovanni, alcuni presbiteri dell’Unità Pastorale Val Grigna e una decina di Saveriani. Nell’omelia, p. Fabien ha sottolineato la profonda fede e spiritualità di p. Gianni, la disponibilità ad assumere incarichi in Africa e in Italia e la capacità di dialogo ed ascolto soprattutto con i più poveri.

Concludo con un ricordo personale. P. Gianni era ad Esine nel 1959 per la prima Messa, dov’è rimasto alcuni giorni. Grazie a lui e alle sue parole, ho deciso di entrare nel seminario dei Saveriani. Mi aveva spiegato che a Nizza Monferrato esisteva un seminario aperto alla formazione sacerdotale delle cosiddette vocazioni adulte. Dopo alcune settimane, ho lasciato il lavoro in falegnameria e, accompagnato da don Bontempi, sono entrato nel seminario saveriano di Nizza Monferrato, dove ho iniziato gli studi della prima Ginnasio. Grazie p. Gianni!




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