L’11 settembre Faenza ha ricordato con affetto una figlia e un figlio che hanno testimoniato il Vangelo con la loro vita: p. Eugenio Melandri e suor Stefania Monti. Al Teatro Europa, organizzato dalla parrocchia di Sant’Antonino e dal Cenacolo delle Arti, si è svolto l’evento dal titolo “Giustizia e pace si baceranno. Portati dall’amore”, moderata da don Marco Ferrini, con interventi di relatori e relatrici tra i quali, da remoto, il cardinale Matteo Zuppi e p. Alex Zanotelli.
Nati nel 1948, compagni di scuola al liceo Torricelli, Eugenio e Stefania hanno seguito la chiamata del Signore nella missione e nel monastero. Due video li hanno mostrati nelle situazioni in cui si sono espressi maggiormente: l’Africa e le Scritture ebraico-cristiane. Le immagini hanno mostrato Melandri felice nella stagione dell’impegno civile con Chiama l’Africa tra viaggi e convegni per diffondere una nuova percezione del continente; suor Stefania in un dialogo su come accostarsi e interpretare la Bibbia, di cui ha mostrato la laicità, per una ricezione aderente alla vita.
Dalle parole del card. Zuppi e di p. Zanotelli è emersa la forte amicizia che li legava al missionario con cui avevano in comune la passione per la giustizia e la pace. Zanotelli ha rievocato l’impegno comune contro i “mercanti di morte” da cui scaturirono editoriali di denuncia del commercio delle armi su Nigrizia e Missione Oggi, uno dei quali provocò le ire del ministro Giovanni Spadolini, definito “piazzista d’armi”, e pressioni sulle rispettive congregazioni.
Le radici popolari contadine romagnole e la storia più recente di Eugenio Melandri sono state evocate da mons. Giorgio Biguzzi che aveva offerto all’ex confratello ospitalità nella casa saveriana di San Pietro in Vincoli nel periodo delle cure all’Istituto tumori di Meldola e che gli aveva suggerito di chiedere di tornare a celebrare l’Eucaristia. Il cammino del ritorno era iniziato per Melandri nell’ottobre 2018 quando, al termine della Messa a Santa Marta, papa Francesco gli aveva detto “Hai fatto bene!”, rispetto alla scelta di candidarsi al Parlamento europeo nel 1989.
Suor Chiara Francesca e p. Dino Dozzi, direttore di Messaggio Cappuccino che ospitò 64 articoli di suor Stefania, hanno disegnato il profilo di una donna culturalmente vivace, costante nelle relazioni, divulgatrice dello spirito del Vaticano II. “Il monaco è un segno escatologico e la Chiesa un mistero umano e divino. Stefania lo ha mostrato in umiltà e verità”, ha detto Dozzi.
Don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco, ha portato il discorso sui giovani, sofferenti per troppo benessere, e sull’Africa che deve auto emanciparsi. Ha concluso Guido Barbera, presidente del Cipsi, richiamando l’attenzione sul fatto che, di fronte alle grandi ingiustizie del mondo, la memoria dei testimoni non basta. “E noi cosa facciamo? Non possiamo più stare zitti, dobbiamo prenderci cura, avere il coraggio di sporcarci le mani, recuperare la gioia e l’entusiasmo di Eugenio”.
