P. Luca e il rinnovamento
Gent. mo p. Filippo,
dopo aver letto "P. Augusto Luca in cielo" (numero di aprile), vorrei aggiungere qualche mio ricordo personale in merito alla sua missione in Giappone. Era l'11 novembre 1954 quando io e p. Romolo Dalla Barba sbarcammo al porto di Yokohama, provenienti da Hong-Kong, dove eravamo giunti su una nave salpata da Genova ai primi di ottobre '54. A Yokohama ci accolse proprio p. Luca, arrivato da Kobe come Superiore religioso nella zona "Aotani". Molto cordiale e fraterno, ci ha rinfrancato e rallegrato, facendoci dimenticare il tormentato viaggio da Hong-Kong, su una nave cargo al posto dell'aereo.
Giunti in treno a Kobe, era già pronta la nostra stanza. La prima cosa cui pensò p. Augusto fu procurarci al più presto l'insegnante di lingua giapponese. Iniziammo subito un corso regolare giornaliero sotto la guida di una giovane maestra. È stato un anno intenso di studio, seguendo il metodo "Naganuma". Intanto, p. Augusto seguiva con discrezione la nostra formazione. Ci faceva capire la necessità di imparare bene la lingua, ma anche di conoscere le tradizioni storiche del Giappone. Questo avrebbe posto le basi in vista dell’opera evangelizzatrice.
A tale scopo, tra le altre iniziative, fummo da lui accompagnati a Kyoto (l'antica capitale) per far visita al grande tempio buddhista Higashi Honganji. Potrei continuare nei ricordi su p. Luca per la sua saggezza e il suo amore per il Giappone, in cui visse parecchi anni con dedizione esemplare. Tarcisio Alessandrini (ex saveriano in Giappone 1954-1977)
Mi volevo congratulare per la nuova veste grafica, che non toglie nulla ai contenuti. Il vostro è un grande servizio! Sebbene il giornale non abbia molte pagine non si può certo dire che sia povero di contenuti: siete una voce diretta, sincera, priva di interessi legati alle logiche di mercato o ai "poteri forti", che con la presenza di tanti missionari sul campo racconta, anzi testimonia, la vita in "luoghi di confine" e "periferie del mondo". Grazie di cuore e... buon lavoro!
Andrea Oreste
Ringraziamo Tarcisio per averci ricordato (ci era sfuggito!) la lunga esperienza missionaria di p. Luca in Giappone. In effetti, la missione trasforma tantissimo il missionario. Il contatto con i non cristiani e i poveri, spesso estremamente accoglienti, ci fa diventare più umani. Possiamo fare lo stesso anche qui, vivendo a fianco dei migranti: accogliere, proteggere, promuovere, integrare!
Grazie anche ad Andrea, che apprezza la nuova veste grafica del giornale. Vinciamo la tentazione del “si è fatto sempre così”. Bisogna sempre rinnovarsi, proprio per essere fedeli al vangelo e alla missio, all’interno di un mondo in continua trasformazione. Circa i “poteri forti” cerchiamo almeno di “stuzzicarli”, insieme alla Chiesa e altre riviste missionarie. La invito ad approfondire il recente (e impegnativo!) documento: oeconomicae et pecuniariae quaestiones.