L’amore vale più di una sentenza
Don Silvio Longobardi, presbitero della diocesi di Nocera-Sarno ed esperto di pastorale familiare, ha reso pubblica una lettera che fa riflettere tutti e che ci invita a prendere una posizione.
Alessandro, mio nipote, con la sua malattia aveva dei tratti in comune con quella del piccolo Alfie, il bambino inglese volato in cielo qualche settimana fa. Anche lui tante volte è stato attaccato al respiratore perché la malattia gli impediva di farlo da solo. Quante volte è stato rianimato! Anche lui era considerato una vita inutile. Dalla diagnosi è stata battaglia per riconoscergli una dignità. Alcuni medici volevano approfittare di un semplice raffreddore per farlo andare via. Ma ha lottato, sua mamma pure e ha potuto prendersi cura di lui… fino alla fine. L’amore donato fino alla fine. È questo che oggi cura il cuore dalla mancanza e dalla perdita. La rabbia lascia presto spazio alla rassegnazione e poi alla pace, perché l’amore cura sempre. Ma a che vita sono invece condannati questi genitori cancellati da una sentenza?
Che valore ha un pezzo di carta rispetto all’amore di un genitore? Dovrebbe prevalere, invece è stato ignorato questo legame viscerale, intimo, privato, irripetibile, rendendoli nessuno. Nessuno erano loro. Nessuno era questo bimbo, che ha lottato e andava curato, rianimato. Nessuno eravamo noi che offrivamo cittadinanza e cure e riconoscevamo l’essere umano malato. Nessuno deve aver paura di essere amato fino alla fine”.
“A me fa paura - aggiunge don Silvio - una chiesa che non si ribella e resta alla finestra della storia; le parole e i gesti di Papa Francesco sono stati un balsamo, ma il silenzio dei vescovi inglesi? Questa vicenda ha dimostrato che c’è un popolo che ama la vita ed è disposto a lottare per difenderne il diritto. Non spegniamo i riflettori, non incamminiamoci nella via del silenzio, è tempo di alzare la voce e di unire le forze”.