P. Lino Frosi, semplicità, ascolto ed amore
Parlare di p. Lino non è facile, perché non tanto i fatti eclatanti testimoniano la sua vita, ma la sua semplicità nell’agire, sempre con azioni accompagnate da autentiche espressioni d’amore.
Un amare il suo di chi sa farsi prossimo, sentendosi gratificato di poter recare conforto ai sofferenti, in cui vedeva raffigurato il volto di Dio. E la sua missione era una continua occasione per incontrare Dio, che riscontrava nei poveri, in chi stava soffrendo nel fisico e nello spirito. Chi lo contrastava non era per lui un antagonista, ma rappresentava un’occasione di confronto. Un’anima come la sua, protesa a rendere il più possibile sostenibile la vita ai sofferenti, era dotata di una nobiltà consolidata dalla saggezza che matura con la conoscenza e la pratica di ciò che veramente conta e vale la pena di attuare.
La sua semplicità era direttamente proporzionale alla sua ricchezza interiore sotto vari aspetti. E una sua peculiarità era l’ascolto. Aveva, infatti, il dono di saper ascoltare; si faceva silenzioso ed attento per dare valore alle parole dell’altro e poi tendergli la mano della comprensione. Sapeva privarsi di tutto, tenendo per sé lo stretto necessario. Ripreso dalle suore alle quali chiedeva di rammendare fino all’impossibile i suoi indumenti, rispondeva: “Quelli che chiedono non hanno nemmeno una pezza da poter rammendare”.
Fu tanto amato anche da chi non frequentava la chiesa e il suo amore senza limiti è espresso sulla sua lapide: “Amare, amare sempre, amare tutti e, alla fine della vita, poter dire d’avere sempre amato”.