P. D'Agostina: Prime impressioni mozambicane
Padre Fabio D'Agostina, di Latisanotta, è ormai quasi sistemato in Mozambico. Lasciamoci provoca re dalle sue prime impressioni tramite una lettera che ha scritto nel giugno scorso.
Quando sono arrivato a Beira sono venuti a prenderci tre miei confratelli. Con la Toyota ci siamo indirizzati verso casa, che dista circa 20 Km dall'aeroporto. Cominciavo ad entrare nel mondo africano (l'Africa l'avevo vista solo nei film o sentita raccontare da altri padri); bastano pochi secondi per notare che sei proprio in un altro mondo. Una differenza abissale! Lungo la strada pochi mezzi e tanta gente che cammina, di tutte le età, anche in posti in cui apparentemente non ci sono luoghi abitati.
Poi ho scoperto che è sempre così, a qualsiasi ora, da qualsiasi parte, c'è sempre gente che cammina. Qui ci sono tante piante di cocco, manghi, papaie e banane. Le case sono solo nelle città, per il resto baracche e capanne. Il clima è veramente gradevole: buona temperatura e senza umidità; siamo in inverno. Con Paolo e Chudy (due Saveriani messicani) andiamo al mattino in una parrocchia a 13 Km da Dondo dove c'è un padre spagnolo da oltre 30 anni in Mozambico. Lui ci insegna il Sena.
La sola lingua portoghese non è sufficiente. Devo darmi da fare. Ma per fortuna nella cultura africana il tempo è misurato diversamente e non c'è fretta, cosa da apprezzare molto.