Quest'anno, nella domenica della giornata missionaria mondiale, Benedetto XVI proclamerà "santo" il vescovo Guido Conforti, fondatore dei missionari saveriani: un avvenimento significativo.
A parte questo, ottobre è da sempre un mese speciale! Il tempo per "rinfrescarci" la memoria sul compito che, con tante modalità e in luoghi diversi, ogni cristiano ha ricevuto nel battesimo: la missione.
Il vangelo è di tutti
Nel suo messaggio per la Giornata missionaria mondiale 2011, il Papa ci ricorda che "la missione universale coinvolge tutti, tutto e sempre. Il vangelo non è un bene esclusivo di chi lo ha ricevuto, ma è un dono da condividere, una bella notizia da comunicare. E questo dono-impegno è affidato non soltanto ad alcuni, bensì a tutti i battezzati, i quali sono «stirpe eletta, gente santa, popolo che Dio si è acquistato» (1Pt 2,9), perché proclami le sue opere meravigliose".
È bello pensare anche al fatto che la ripresa a pieno ritmo delle attività nelle parrocchie e nei vari gruppi si concretizzi proprio in questo mese; quasi a ricordarci che la missione è il cuore della vita della chiesa e di ogni sua iniziativa. "La missione ad gentes, è il paradigma dell'evangelizzazione anche nel nostro Paese", scrivevano i vescovi italiani alla conclusione del Convegno ecclesiale di Verona del 2006; e aggiungevano questa indicazione precisa: "Chiediamo pertanto ai centri missionari diocesani, insieme alle altre realtà di animazione missionaria, di aiutare a far sì che la missionarietà pervada tutti gli ambiti della pastorale e della vita cristiana".
Un nuovo progetto da studiare
Su questa linea MISSIO, l'organismo pastorale della Cei che promuove la dimensione missionaria della comunità ecclesiale italiana, ha organizzato tre convegni zonali per i direttori e i collaboratori dei centri missionari diocesani: uno per il nord, uno per il centro e uno per il sud. Il primo di questi convegni si è svolto a Taranto del 15 al 17 settembre.
I direttori dei centri missionari con i loro collaboratori si sono trovati insieme per riflettere partendo da questa consapevolezza: "Perché la missione non appaia iniziativa di alcuni, ma dovere fondamentale di tutto il popolo cristiano, occorre che venga elaborato un progetto missionario diocesano che abbia come obiettivo la crescita della consapevolezza della natura missionaria e universale della chiesa in tutte le sue componenti. Sarà importante collocare nell'orizzonte missionario il vissuto ordinario della comunità".
Lo scopo di questi giorni di condivisione e confronto è stato quello di arrivare a definire le linee essenziali di un progetto missionario diocesano per educare le nostre comunità cristiane ad assumere la missione in tutte le sue dimensioni e direzioni, qui e lontano.
Con il cuore aperto a tutti
Due le riflessioni principali: la prima sulla natura missionaria e universale della chiesa locale; la seconda, più concreta, sui piani pastorali diocesani alla luce degli orientamenti dei vescovi italiani per il decennio 2010-2020 "Educare alla vita buona del Vangelo".
È stato un momento importante per ricordarci che la missione è di tutti: nessuno ne ha l'esclusiva e nessuno si può ritenere esonerato. Del resto il beato Giovanni Paolo II aveva bene insistito in tutte le occasioni per ricordarci che "la fede si rafforza donandola"! Questo ci aiuta a capire che la nostra fede e quella della chiesa crescono nella misura in cui saremo capaci con la parola e la testimonianza della vita ordinaria di raccontare Gesù e il suo vangelo a chiunque incontriamo. Questo è il cuore della missione.
Così la missione ci obbliga ad aprire il cuore a tutti, e il mondo si fa più vicino, si fa casa. Diceva un vescovo appena ordinato, mentre salutava la sua gente: "Portate il saluto agli anziani, agli ammalati, ai bambini. Vescovo per tutti, non saluto i lontani: non ce ne sono!". La missione fa del mondo la famiglia di Dio.
