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Notizie: Burundi, Congo, Sud Africa, Benin, Armi

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La libertà di informazione fa paura

Ogni tanto si ha notizia che qualche radio o qualche giornale sono stati chiusi o censurati dalle autorità di questo o quel paese, per motivi che fanno insospettire. Raramente vengono censurati i programmi di pornografia o di pubblicità sfrontata. Vengono censurati i programmi di informazione.

Il governo delBurundi, attraverso il ministero della Difesa, ha vietato alle emittenti libere di dare notizie sulle operazioni ed attività dell’esercito. "Radio pubblica africana" aveva scoperto che i "trenta ribelli" uccisi dall’esercito - come raccontava il comunicato ufficiale - erano invece 17 donne, 6 uomini e 7 bambini, tutti civili innocenti. Da qui è scattato l’ordine del governo di non comunicare altro che i comunicati ufficiali, i soli che risponderebbero a verità!

Anche nella repubblica democratica delCongole cose non vanno meglio. Questa volta è il turno dellaRadio cattolica "Maria, Regina di Pace". Non è raro che alla sede della radio pervengano denunce ufficiali da parte delle autorità. Contengono accuse di aver diffuso notizie su massacri fatti sulla popolazione civile. Chiedono di sapere le fonti di informazione. "Siamo seguiti dainfiltratiin tutti i nostri movimenti. Davanti alla nostra radio si danno il turno ogni giorno decine di persone che cercano di controllarci", ha dichiarato a questo giornale una fonte bene informata che chiede di rimanere anonima per motivi di sicurezza.
Sappiamo bene che chi commette reati gradisce il silenzio. E’ questo il motivo per imbavagliare la libertà di informazione, così importante nel mondo di oggi?

Dai vescovi del Burundi un messaggio ai politici e ai belligeranti

"Ascoltatevi gli uni gli altri e la pace rifiorirà nel nostro paese". Con queste parole inizia il messaggio che i vescovi del Burundi hanno rivolto ai politici e alle fazioni belligeranti del paese centroafricano. Due anni fa erano stati firmati gli Accordi di Arusha che avrebbero dovuto riportare la pace e la riconciliazione in Burundi. Ma cosa ne è stato di quegli accordi?

"La guerra non ha fatto che intensificarsi e diventare ancora più crudele e distruttrice", lamentano i vescovi. "Centinaia di morti, case incendiate, colline verdeggianti ridotte in cenere, raccolti devastati, popolazione costretta a fuggire.

A quale scopo vi siete inoltrati nell’avventura di una guerra senza ritorno?

Delusione, frustrazione in tutta la popolazione: ecco la realtà stringente che viviamo. Abbiamo l’impressione che quelli tra voi che insistono sulla logica della violenza si prendano beffa apertamente della nostra gente".

I vescovi fanno un chiaro e forte appello ai responsabili affinché si assumano tutte le loro responsabilità, prima che la loro leadership venga del tutto annientata: "Voi potete e dovete mettere fine a questa guerra fratricida e disastrosa. Abbiate il coraggio del compromesso politico, senza tradire i valori supremi della vita e i diritti fondamentali dei cittadini. Mettetevi attorno a un tavolo per discutere le vie e i mezzi che conducono al bene comune, con spirito di realismo umano, etico e politico. Il dialogo è l’unica soluzione ragionevole".

Il messaggio chiude con l’invito - che anche noi accogliamo - a pregare assiduamente per la pace e a dedicare, ogni giovedì, un’ora di adorazione in favore della pace.

A Johannesburg i Giochi Olimpici dello Sviluppo

Lo chiamano il Summit della Terra, ma assomiglia molto ai Giochi Olimpici. Eppure i motivi del mega raduno sono diversi, gli argomenti cruciali, gli eventi tragici, i provvedimenti urgenti... Ma è sempre un ... gioco. Anche la sorte di miliardi di poveri nel pianeta Terra.

Come per i Giochi Olimpici, è stata costruita una cittadella a cinque stelle, bene isolata dal resto del mondo, a 80 chilometri da Johannesburg, con ristoranti, banche, alberghi, supermercati e quant’altro mai. Ci sono anche le torri di vetro e gli affreschi, imitazioni della Cappella Sistina. Non mancano le misure di sicurezza: muraglie di poliziotti, siepi elettrizzanti e barriere di cemento lunghe decine di chilometri. Per raggiungere il posto bisogna passare attraverso cinque cordoni e quattro controlli di sicurezza.

Sandton - così si chiama la cittadella - non è l’Africa normale, non è la Terra come la vedono e vivono i comuni mortali. E’ costata non meno di due miliardi di dollari. Non si sa quanto sia costato complessivamente il Summit con i suoi 60.000 delegati, nessuno dei quali ha messo piede nel quartiere dei poveri, non molto lontano da lì. Eppure, tutti hanno parlato dei poveri, delle loro malattie, dei loro problemi: dell’acqua che non hanno; delle malattie che non possono curare; della fame che li uccide lentamente; dei rifiuti depositati sui loro terreni; delle loro foreste tagliate per fabbricare i nostri mobili... Almeno, non avendo più foreste, avranno risolto il problema degli incendi (direbbe un personaggio a tutti noto!).

Le persone accreditate al Summit erano 15.852. Tuttavia, per ragioni di sicurezza e di norme antincendio, al massimo 7.000 persone hanno potuto entrare nel palazzo delle conferenze. Tutti gli altri, fuori. Come faranno i poveri del mondo a far sapere cosa ne pensano?

Giovanni Paolo II ha provato a far sentire la sua voce, a nome di tutti gli uomini di buona volontà.Ha detto:

"Ci auguriamo che i numerosi capi di stato e di governo e gli altri partecipanti, riescano a trovare vie efficaci per uno sviluppo umano integrale, tenendo conto della dimensione economica, sociale e ambientale. In un mondo sempre più inter-dipendente, la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato non possono che essere frutto dell’impegno solidale di tutti nel perseguire insieme il bene comune" (Angelus, 25 agosto).

Bambini stregoni

Esiste da molto tempo, inCongo R.D., una specie di credenza pestifera: quella dei bambini stregoni, che vengono lasciati deperire e lentamente morire. Le credenze di stregoneria sono più forti di ogni altra convinzione umana e religiosa. Per chi ci crede, non c’è ... santo che tenga! Neppure la religione cattolica riesce a scalfire più di tanto. Eppure, questa credenza diabolica è un flagello da denunciare, un crimine da non tollerare.

Mercato nero di armi

- Armi/1- Un accordo milionario per la vendita di armi tra l'azienda belga Herstal e ilNepalha causato una spaccatura nel governo di coalizione inBelgio. Un ministro ha dato le dimissioni in protesta contro il suo governo che aveva dato il via libera alla vendita di 5.500 mitragliatrici. La licenza di vendita viola i codici di condotta europei, i quali proibiscono la vendita di armi destinate a dare il via a conflitti o ad estenderli, o comunque a favorire la repressione. I continui scontri tra esercito e fazioni di resistenza in Nepal hanno provocato negli ultimi mesi diverse migliaia di morti.

-Armi/2- Ad Amburgo è stato fermato un carico di armi israeliane diretto inIran, paese con cui è proibito lo smercio di materiale militare. Secondo l’autorizzazione del governo diIsraele, le armi avrebbero dovute essere per la Thailandia. La nave era stata presa a noleggio da un’impresa privata israeliana, con equipaggio straniero. Secondo il codice di condotta internazionale, ogni carico di armi deve essere autorizzato per la destinazione "finale"; altrimenti diventa un affare di "triangolazione".

- Armi/3- InCongo, almeno 12 persone sono morte e molte altre ferite nell’incendio che si è sviluppato su un treno, deragliato in seguito ad un attacco dei ribelli "ninja". Il treno era diretto alla capitale Brazzaville. Secondo il governo, il treno trasportava petrolio, cibo e medicinali. Secondo i ribelli, che hanno sferrato l’attacco, sul treno merci c’era un imponente carico di Famas, fucili d’assalto di fabbricazionefrancese, e munizioni.

Un santuario alla Signora della Pace

A Dassa-Zoumé, inBenin, il cardinale Gantin ha consacrato il santuario nazionale mariano dedicato a "Nostra Signora della Pace". Una grande celebrazione, presenti centomila fedeli. Mons. Papa, arcivescovo di Taranto e vice presidente dei vescovi italiani, ha rappresentato tutta la Cei, per l’ingente contributo dato dalla Conferenza alla realizzazione di questa grandiosa opera.

Lo stesso cardinale Gantin, appena quattro anni fa, aveva portato da Roma la "prima pietra" per il santuario: una pietra-reliquia di S. Maria Maggiore del secondo secolo dell’era cristiana. "Maria, salvezza del popolo romano; salvezza del popolo del Benin": il più antico e il più recente dei santuari mariani al mondo, idealmente uniti ad onorare la Madre della chiesa.

L’Osservatore Romano (25 agosto), nel darne notizia, fa sapere che il costo complessivo dell’opera si aggira su un miliardo e trecento milioni di franchi francesi; per intenderci, un 400 miliardi di vecchie lire.

Il prodotto interno lordo del Benin corrisponde a 380 dollari annuali a testa. Il debito estero ricade sulla popolazione per una somma procapite di 285 dollari. La spesa per la difesa corrisponde al 6,8% della spesa di governo.



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