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La vita ha senso se si ama

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La giornata per i missionari martiri

La giornata a ricordo dei missionari martiri sta entrando nella mentalità della chiesa veneziana. Molte persone, laici, sacerdoti e religiose provenienti da diverse parrocchie della terraferma, erano presenti nel duomo di Mestre per la veglia di preghiera, la sera del 24 marzo scorso.

Una croce di nomi

Facevano da sfondo le fotografie della volontaria Annalena Tonelli, del vescovo Michael Courtney, del padre saveriano Giovanni Didonè e del dottor Carlo Urbani. Le loro immagini erano proiettate su uno schermo, mentre una voce fuori campo ne leggeva le testimonianze.

Trenta persone hanno appeso ad una croce, posta ai piedi dell’altare, il nome di altrettanti testimoni del vangelo uccisi nel 2003. Tra i presenti, venuti dalla parrocchia di santa Cristina, a Quinto di Treviso, c’erano anche la mamma e i parenti di suor Gina Simionato, delle doratee di Venezia, martirizzata in Burundi quattro anni fa. Un fratello ha ornato la croce con il nome della sorella martire, che portava nel suo cuore.

La forza del vangelo

Nella sua riflessione p. Marcello Storgato, missionario saveriano, ha sottolineato che l’annuncio del vangelo spesso diventa denuncia nei confronti di istituzioni umanamente potenti, ma che non rispettano la dignità di ogni persona. Allora “la chiesa non può non parlare”, anche a rischio di subire violenza e ritorsione.

A questo punto la veglia è diventata preghiera nel cimitero di Madrid, nei cimiteri della Palestina, dell’Iraq dell’Africa… Perché tutti i popoli sappiano di essere figli di un unico Dio e non ci sia più fame, né guerra, né morte nel mondo.

Il vicario generale mons. Beniamino Pizziol, ha presieduto la veglia e ha portato il saluto del patriarca di Venezia. Prendendo spunto dalla croce, ha detto che non sono i martiri a renderla gloriosa; ma è la croce a dare la forza ai martiri. È la forza nuova del vangelo che va annunciato a tutti e che tutti possiamo e dobbiamo annunciare. La chiamata al martirio in queste persone è cominciata il giorno del battesimo e si è sviluppata nella testimonianza della vita di ogni giorno.

Farne memoria non significa solo ricordarli, ma rivivere i loro atteggiamenti. Significa vivere ogni giorno la novità di  vita del battesimo sull’esempio di Gesù, al servizio di ogni uomo.

Servire è amare

La volontaria laica Annalena Tonelli, martire in Somaliland a 60 anni, nella sua ultima testimonianza ha detto: “Partii per l’Africa a venticinque anni, decisa a gridare il vangelo con la mia sola vita. Dopo trentatre anni brucio ancora dal desiderio di continuare a gridarlo così, fino alla fine. La vita ha un senso solo se si ama. Nulla ha senso al di fuori dell’amore.

Solo l’amore libera l’uomo da tutto ciò che lo rende schiavo; solo l’amore fa respirare, crescere, fa sì che noi non abbiamo più paura di nulla, che noi porgiamo la guancia allo scherno e alla battitura di chi ci colpisce, che noi rischiamo la vita, che tutto crediamo, sopportiamo, speriamo. Ed è allora che la nostra vita diventa degna di essere vissuta”.

Il dottor Carlo Urbani è morto di contagio in Vietnam, mentre combatteva il morbo della Sars. La sua fedeltà ad un impegno cristiano è riassunta in una lettera ai suoi amici: “È incredibile cosa possa fare il panico, il terrore, la disperazione. Ma è altrettanto incredibile la potenza del calore umano, della vicinanza di un uomo ad un altro uomo”.

Continuare il ricordo

All’uscita della chiesa, i giovani della parrocchia di Catene, che con cura e professionalità avevano preparato e guidato la veglia, hanno distribuito un segnalibro- ricordo, con un messaggio riassunto in queste parole: “Servire è amare, come Gesù, servo per amore”.



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