Skip to main content
Condividi su

Politica, la forma più alta di carità

Una delle cause principali che impediscono lo sviluppo dell’Africa e ne bloccano la crescita è la corruzione dei governanti e il loro attaccamento al potere. Mobutu in Congo, Eyadéma in Togo e Mugabe in Zimbabwe sono solo gli esempi più conosciuti. Hanno regnato per decenni sui loro paesi, ricchi di risorse, e li hanno portati alla miseria. Anche in Burundi i tentativi di perpetuarsi nelle cariche pubbliche sono stati frequenti e scandalosi. Perciò fa buona impressione quando si sente di politici che lasciano la carica senza far storie e affermano di volere il bene del paese.

È quello che ho provato in questi giorni, tanto delicati della storia del Burundi. Una domenica, alla fine della Messa, ho intravisto tra la folla Juliette Kavabuha, una signora che viene sempre a Messa a Gatumba, una periferia di Bujumbura, mèta di molti profughi. Veniva anche quando la comunità cristiana si radunava a pregare in una baracca cadente, stretta, lunga e afosa. È insegnante in una scuola della capitale e si è rifugiata a Gatumba nel corso dell’ultima guerra.

Servire “senza far storie”

Nel rimpasto ministeriale del 2003, Juliette era stata inclusa nella lista dei ministri per la promozione della donna. Anche da ministro, continuava a venire a Messa a Gatumba; l’anno scorso a Pasqua era stata madrina di due ragazze. Rivedendola quest’anno a febbraio, le chiesi come andavano le cose. Lei semplicemente mi disse: “Mi avevano chiesto di dare una mano e avevo accettato. Quando mi hanno chiesto di andarmene per far posto a un’altra donna, me ne sono andata senza far storie: servire non è forse il dovere di noi cristiani?”. Lo diceva con una semplicità che mi ha lasciato senza parole.

Ricordo ancora ciò che mi aveva detto alcuni anni prima, quando l’avevo incontrata per la prima volta nella baracca dove veniva a pregare. Era nata in una famiglia cristiana e nel 1972, al momento della prima grande repressione razziale, era fuggita a Bukavu in Congo, dove aveva conosciuto suo marito Athanase, che oggi è capo della comunità cristiana di Gatumba. Insieme erano stati ammessi all’istituto superiore di pedagogia di Bukavu, fondato e diretto dal saveriano padre Domenico Milani. “È là che siamo stati formati alla dottrina e alla vita cristiana. Il nostro maestro è stato padre Milani”. Ecco da dove viene il dinamismo della sua fede e la chiarezza delle sue convinzioni.

Politica del bene comune

Oggi purtroppo questo non è l’affare di tutti. Molti cercano il potere per i vantaggi materiali che possono trarne o per il prestigio che l’autorità procura loro. Il compianto papa Wojtyla, nell’esortazione apostolica Ecclesia in Africa, ha chiesto ai vescovi africani di formare i cristiani alla politica, affinché offrano un servizio che sia qualitativamente valido ed espressivo della loro fede.

Politica è l’arte della gestione del bene comune ed è, come ricordava Giorgio La Pira, “la forma più alta della carità”. È un discorso che dobbiamo ricordare ovunque, in Europa come in Africa, in tutti gli ambienti, oggi soprattutto, mentre vediamo una generale disaffezione e un ripiegarsi sui propri interessi alla ricerca di tutto, meno che del bene comune; cioè il bene di tutti, soprattutto dei meno favoriti.

Anche la politica ha bisogno del vangelo

L’impegno di formare i cristiani alla politica è urgente. Non per fare il partito dei cattolici, ma  per contribuire a un’amministrazione che sia attenta alla persona umana, garanzia di giustizia e di pace. Essere al servizio del bene comune è anche il distintivo dei discepoli di Gesù Cristo, che è vissuto per gli altri fino a morire per loro. Con la sua morte e risurrezione, Gesù ha inserito nella storia un dinamismo di novità e di sviluppo secondo il progetto del regno di Dio. È ancora lui che ha evangelizzato il potere, insegnandoci che chiunque voglia essere grande deve farsi servitore di tutti, “come il Figlio dell’uomo che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di tutti”.

In quest’anno dedicato all’Eucaristia è opportuno ricordare che l’evangelista Luca ha riportato queste parole di Gesù proprio nel contesto dell’ultima Cena.

Non voleva forse ricordare alla chiesa che nutrirsi del corpo e sangue di Cristo comporta l’impegno a spendersi per gli altri e per il loro bene?



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 6521.87 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Giugno/luglio 2022

P. Viotti, uomo di Dio e di compagnia

È bello ricordare, attraverso questa pagina di “Missionari Saveriani”, il compianto p. Giuseppe Viotti, che il 12 dicembre 2021, a Parma, presso la...
Edizione di Febbraio 2001

Esperienza missionaria in Messico: Ricordi e impressioni

Tema del "Paginone" di questo numero: "Appunti di alcune esperienze estive in missione" Dal 2 al 30 luglio scorso, una decina di studenti di teolo...
Edizione di Settembre 2005

I superiori s’incontrano

Tutti i superiori delle missioni saveriane nel mondo sono stati convocati dal superiore generale, p. Rino Benzoni, per l’incontro programmato ogni ...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito