Natale Americano: Per Dio, chiedo ospitalità!
Ricordo con piacere la novena natalizia nella chiesa parrocchiale in terra romagnola di Cesena. Mi entusiasmavano i canti della novena, le preghiere, l'aroma dell'incenso e la benedizione con il Santissimo: creavano il clima profondo e contemplativo del mistero dell'incarnazione di Gesù, la cui nascita aspettavamo con stupore.
Ma... paese che vai usanza che trovi. I messicani, infatti, preferiscono celebrare la novena nelle strade del paese e nelle case della gente. Il Messico è un paese festoso: tutte le occasioni sono buone per stare insieme e condividere la fede in comunità e nella gioia.
Una bella tradizione di cinque secoli
Subito dopo l'arrivo dei primi missionari evangelizzatori del Messico nel secolo XVI, grazie a un permesso pontificio ottenuto dal frate agostiniano Diego De Soria, si cominciò a celebrare la novena del Natale con la santa Messa, in sostituzione della festa pre-colombiana dedicata alla nascita del dio della guerra Huitzilopochtli. Il primo paese dove si iniziò la novena di Natale fu Acolman, quasi ai piedi delle meravigliose piramidi di Teotihuacan, la città degli dei.
Dopo la Messa, la gente continuava la novena nell'atrio della chiesa con un pasto gioioso, che includeva fuochi d'artificio, rappresentazioni di scene natalizie, distribuzione di bevande e bocconcini tipici. In seguito fu introdotta anche l'usanza di rompere la pignatta: un recipiente di terracotta e carta costruito artigianalmente, pieno di frutta e dolci, e destinato a essere distrutto con la forza di un bastone.
Dalla chiesa alle strade, tra la gente
Dall'atrio delle chiese, poco a poco la festa della novena natalizia si è trasportata nelle strade e nelle case dei paesi. Senza perdere lo spirito religioso dell'avvento, con i suoi canti popolari e la recita del rosario, sono state inventate anche nuove tradizioni come quella della "posada", parola che significa "ospitalità". Imitando il pellegrinaggio di Giuseppe e Maria dalla città di Nazareth a Betlemme per eseguire l'editto di Cesare per il censimento, ancor oggi si pongono le statuine principali del presepio su una tavola conducendole in processione di casa in casa, chiedendo "posada" cioè ospitalità per Giuseppe e Maria.
I pellegrini si dividono in due gruppi: uno esterno alla casa, rappresenta Maria e Giuseppe, che chiede ospitalità cantando: "In nome del cielo vi chiedo ospitalità, perché non ne può più la mia sposa amata...". Un secondo gruppo, all'interno della casa, risponde alla richiesta di Giuseppe e Maria, cantando parole di rifiuto per paura e sospetto: "Scusateci, ma questo non è un albergo, andatevene via; non possiamo aprirvi. Potreste essere dei briganti...".
Finalmente, quando le persone all'interno riconoscono l'identità straordinaria dei pellegrini, scoppiano di gioia, aprono la porta e accolgono Giuseppe e Maria con abbracci, suoni, bevande e cibi. In questo modo "teatrale" anche la gente è invitata ad aprire il cuore per accogliere con gioia la nascita del Salvatore.
La pignatta del male e la vittoria del bene
Terminata la parte religiosa della "posada", tutti restano per rompere la pignatta. Questa è fatta a forma di stella a sette punte, avvolte con carta colorata, e riempita con frutta e dolci. La pignatta deve essere distrutta con un palo da persone con gli occhi bendati. Nel romperla, la frutta e i dolci cadono a terra per essere raccolti e mangiati.
La tradizione vede nella "pignatta dalle sette punte" il simbolo dei sette peccati capitali. Frutta e dolci sono il simbolo della "ricompensa" divina per tutti coloro che, nella vita, sono riusciti a vincere il peccato in tutte le sue molteplici forme. La vittoria sul male, significata dalla distruzione della pignatta, viene poi festeggiata con canti, danze e brindisi a base di "ponce", con succo di canna da zucchero, frutta varia e tequila.
Tutti riconosceranno la bellezza di questa tradizione popolare che, dai tempi dei primi missionari spagnoli, continua a sopravvivere, nonostante le pressioni della società moderna per convertirla in un'esperienza di puro consumismo e vizio. Per il popolo messicano tutto ciò che unisce in fraternità e permette di godere momenti sani di festa e solidarietà, sarà sempre una grande tradizione da conservare e un'opportunità per consolidare la loro fede nel Signore Gesù.