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Missioni notizie: Parola dei vescovi

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Congo: messaggio al governo. "Dopo le elezioni è urgente riconciliare i congolesi e rispettare l’opposizione democratica: riconciliazione tra il popolo e i suoi dirigenti, tra i dirigenti medesimi e tra le varie etnie". Sono le prime riflessioni dei vescovi del Congo contenute nel messaggio alla nazione. Congratulandosi con il presidente Kabila, i vescovi segnalano al nuovo governo, tra le urgenze, la liberazione dei prigionieri politici, come concreto gesto di riconciliazione, la ricerca delle persone scomparse e la creazione di un fondo internazionale per la ricostruzione. Prioritarie rimangono la lotta all’analfabetismo, alla povertà e l’urgente bisogno di ricostruire le vie di trasporto, ferroviarie navali e stradali, distrutte dalla guerra, che hanno lascito le popolazioni completamente isolate.

• Tunisia: emigrazione e dialogo. I vescovi del nord Africa si sono riuniti per parlare di dialogo tra cristiani e islamici, del ruolo dei laici nelle piccole comunità cristiane dell’Africa e del dramma dell’immigrazione. In particolare, i vescovi costatano il dinamismo apportato dai laici, presenti da tempo o arrivati da poco da varie parti del mondo. Sul rapporto tra cristiani e musulmani, i vescovi hanno ribadito che "bisogna imparare a vivere insieme, perché la pace dell’umanità è di vitale importanza". I vescovi esprimono inoltre la loro forte preoccupazione per i continui flussi migratori provenienti dall’Africa sub-sahariana "a causa delle difficoltà politiche ed economiche persistenti".

• Angola: no alle differenze. Nella lettera Pastorale, i vescovi evidenziano il grande contrasto tra le enormi ricchezze naturali del Paese e la povertà abissale nella quale vive la maggior parte della popolazione. "C’è una profonda disuguaglianza sociale, le cui conseguenze si chiamano: criminalità, violenza e prostituzione". Il petrolio può essere la chiave per uscire dalla crisi. Il documento richiama "al bene comune e alla sussidiarietà, alla partecipazione e alla solidarietà". I vescovi invitano a puntare sullo sviluppo dei servizi pubblici e riaffermano la necessità di investire i proventi petroliferi per garantire il futuro delle nuove generazioni, visto che si prevede l’esaurimento delle risorse petrolifere entro il 2030.

Nuovi incarichi

• Nuovo direttore per le missioni. Il card. Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ha nominato direttore nazionale delle pontificie opere missionarie in Italia per cinque anni mons. Giuseppe Pellegrini, del clero diocesano di Verona. Sostituisce mons. Andreozzi che è rimasto in carica fino all’ottobre scorso. La redazione di "Missionari Saveriani" ringrazia mons. Andreozzi e dà il benvenuto a mons. Pellegrini, augurandogli buon lavoro, all’insegna di una proficua collaborazione.

• Cimi: nuovo presidente. Il Consiglio indigenista missionario (Cimi) ha eletto presidente mons. Erwin Krautler, vescovo dello Xingu in Brasile, dopo la scomparsa del suo predecessore, il compianto mons. Masserdotti, morto in un incidente stradale. Mons. Krautler è un profondo conoscitore della realtà dell’Amazzonia e in particolare dello stato di Pará.

Una storia speciale

• Suor Nengapeta: esempio per tutti. A 20 anni di distanza dalla beatificazione di Clementina Anuarite Nengapeta, la chiesa congolese ha indetto un anno di riflessione sulla suora martire che si è chiuso il 1° dicembre scorso. La Beata Anuarite è indicata come modello da seguire per affrontare i mali che affliggono la società africana. Anche il cognome aveva un significato preciso. Nengapeta, infatti, vuol dire "la ricchezza inganna"

Suor Anuarite era nata nel 1939 da genitori che seguivano la religione tradizionale africana. Era poi stata battezzata insieme alla madre. Entrata nella congregazione locale della Santa Famiglia, era pentata suora il 5 agosto 1959. Nell’ambito della sua vita di religiosa, Anuarite ha svolto con umiltà, diligenza e amore gli incarichi più persi: sagrestana, aiuto cuoca e insegnante in una scuola elementare.

Il 29 novembre 1964, i "Simba" avevano rapito suor Anuarite insieme a un gruppo di consorelle. Il comandante del gruppo ribelle aveva tentato più volte di violentarla, ma suor Anuarite si era opposta energicamente affermando di "preferire di morire che commettere peccato". Il 1° dicembre 1964, dopo selvaggi maltrattamenti, suor Anuarite viene uccisa, ma aveva trovato la forza per perdonare il suo carnefice. Il 15 agosto 1985, Giovanni Paolo II ha beatificato la suora martire, durante il suo secondo viaggio apostolico nell’allora Zaire. Suor A



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