Sempre martiri
• Domenica 24 marzo si celebra la giornata dei missionari martiri, in memoria del vescovo Oscar Romero. Ma esistono anche gli Oscar Romero degli anni duemila e ogni giorno l'elenco si allunga. Si stima che nel 2012 ben 105mila cristiani siano stati uccisi per la loro fede.
Tanzania - Padre Evarist Mushi, 55 anni, è stato assassinato poco prima di entrare nella cattedrale di Zanzibar. Erano emerse esplicite minacce, pubblicate sui giornali, di assassinare vescovi e preti. A Natale, un altro sacerdote locale era rimasto gravemente ferito in un agguato. Nel 2012 tre chiese cattoliche di Zanzibar sono state bruciate.
Venezuela - Padre José Ramón Mendoza, 44 anni, è stato ucciso nello Stato di Lara, durante il tentativo di furto dell'auto su cui viaggiava. L'arcivescovo mons. Castillo ha detto che p. Mendoza era un uomo di preghiera: "La violenza non è la via per andare avanti; hanno spezzato la vita di un innocente".
Messico - Padre José Preciado è morto dopo essere stato picchiato da ignoti nella chiesa di Cristo Re, dove celebrava la Messa tutti giorni e dove aveva scoperto dei ladri. Era una persona molto tranquilla, professore di latino nei seminari di Chiapa e Cobano, confessore in cattedrale e tutore di un gruppo di seminaristi.
Colombia - Padre José Palomino, 84 anni, è stato trovato morto il 2 febbraio nella sua residenza, a Caldas, con segni di tortura. Esercitava il suo ministero pastorale nella diocesi di Pereira come cappellano dell'orfanatrofio e nella casa per anziani. Il giorno prima era stata data notizia dell'uccisione di padre Luis Alfredo Salazar, dell'arcidiocesi Villavicencio (Meta), mentre a gennaio aveva perso la vita padre Echeverry.
Nigeria - Dodici volontari impegnati nelle vaccinazioni anti-polio, tra i quali almeno tre donne, sono stati uccisi a Kano, nel nord della Nigeria, da un gruppo di uomini armati. Nel 2003 i leader musulmani del nord della Nigeria si sono opposti alle vaccinazioni, affermando che causerebbero sterilità.
Novità e iniziative
• Il nuovo patriarca dei Caldei. "Autenticità, unità, rinnovamento" sono le tre parole che l'arcivescovo Louis Sako, appena eletto nuovo patriarca di Babilonia dei Caldei in Iraq, ha scelto come motto. Tre linee guida che lo ispireranno nel suo nuovo incarico. "Con l'aiuto di Cristo e la collaborazione tra i vescovi sapremo vivere un'unità che ci permetterà di ricostruire la casa caldea. Una casa che sarà sempre aperta alle altre chiese e anche ai nostri concittadini musulmani". Secondo il patriarca Sako, "la chiesa caldea deve essere segno di speranza, di testimonianza e di comunione".
Rispetto alle difficoltà che segnano lo scenario iracheno, il nuovo patriarca Sako invita i suoi connazionali a lavorare insieme "nella difesa della dignità umana e di una convivenza armoniosa, basata sull'uguaglianza di diritti e doveri per tutti i cittadini".
• Pakistan: bambini "evangelizzatori". Nell'Anno della Fede, l'opera di evangelizzazione della chiesa in Pakistan passa anche attraverso i bambini. Percorrendo il loro cammino cristiano e riscoprendo la loro fede, i bambini pakistani diventano "autentici evangelizzatori" negli ambienti dove vivono: famiglia, scuola, società. I bambini possono svolgere un ruolo importante all'interno della comunità cristiana, aiutando per esempio i loro coetanei bisognosi.
• Premio Onu per la pace. Monsignor Paride Taban, vescovo emerito di Torit, è stato insignito di un premio delle Nazioni Unite per il suo impegno a favore della riconciliazione e della pace in Sud Sudan. Mons. Taban, 76 anni, è stato fondatore e animatore del "villaggio della pace" Santa Trinità a Kuron. Nata nel 2005, anno della fine della guerra civile in Sudan, questa realtà si è proposta come modello di convivenza e arricchimento reciproco tra comunità in lotta tra loro. Il premio ricorda il diplomatico brasiliano Sergio Vieira de Mello, ucciso nel 2003 in un attentato a Baghdad, dove lavorava come inviato speciale dell'Onu.
Una storia speciale
• Una donna tra i pastori. Esile, schiva, di poche parole... Anna Calavita, 30 anni, torinese di nascita ma africana d'adozione, si "aggira" per il Sahel da 7 anni; da quando cioè, neo laureata in veterinaria, ha deciso di trasferirsi in Senegal per svolgere uno stage con l'associazione CISV (Comunità, impegno, servizio, volontariato), impegnata per il diritto al cibo e lo sviluppo delle attività agro-pastorali (www.cisvto.org). "Dell'Africa apprezzo tutto: gli aspetti ambientali, la cultura, il sistema sociale...". Così Anna è diventata cooperante ‘nomade', facendo la spola tra Niger, Burkina Faso, Mali e Senegal. Ai viaggi in aereo preferisce gli autobus che collegano i diversi paesi. "C'è il vantaggio di conoscere meglio le persone e si resta più in contatto con quelli che sono i bisogni reali della gente". Anna intrattiene buoni rapporti con tutti: "Qui c'è tutto un altro modo di allevare e gestire il bestiame, in equilibrio con la natura e le risorse disponibili". Anna adesso è impaziente di poter riprendere senza intoppi il suo lavoro in Mali (Stefania Garini).
