Giovani: presente e futuro
Dal messaggio di Benedetto XVI per la Campagna di fraternità quaresimale, in Brasile.
Il tempo della Quaresima permeato di preghiera, penitenza e carità, ci prepara a vivere e a partecipare più profondamente alla passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. In Brasile questa preparazione ha trovato un valido sostegno nella Campagna della Fraternità, che quest'anno giunge alla sua cinquantesima edizione e si riveste già dei toni spirituali della XXVII Giornata mondiale della gioventù che si terrà a Rio de Janeiro a luglio: da qui il motto "Fraternità e Gioventù", proposto dalla Conferenza episcopale nazionale.
Mi associo a questa iniziativa quaresimale della chiesa in Brasile. Di fatto, i «segni dei tempi», nella società e nella chiesa, sorgono anche attraverso i giovani; sottovalutare questi segni o non saperli discernere significa perdere occasioni di rinnovamento. Se sono il presente, saranno anche il futuro. Vogliamo che i giovani siano protagonisti integrati nella comunità che li accoglie, dimostrando la fiducia che la chiesa ripone in ognuno di loro. Ciò richiede guide - sacerdoti, consacrati o laici - che rimangano giovani dentro, anche se non lo sono più per età, capaci di aprire le vie senza imporre orientamenti, di rendere testimonianza della salvezza che la fede e la sequela di Gesù Cristo alimentano ogni giorno.
Invito pertanto i giovani brasiliani a cercare sempre più nel vangelo di Gesù il senso della vita, la certezza che è attraverso l'amicizia con Cristo che sperimentiamo ciò che è bello. Il Signore conceda a tutti la gioia di credere in Lui, di crescere nella sua amicizia, di seguirlo nel cammino della vita e di testimoniarlo in ogni situazione, per trasmettere alla generazione seguente l'immensa ricchezza e la bellezza della fede.