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Missione sì, missione no…

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Padre Raffaele Piras, di Ittiri (SS), dal 1969 è missionario in Messico, dove attualmente è direttore di Radio Cultura, a Mazatlan.

Come passa il tempo! Occasione per un esame di coscienza e riflessione. Il concetto e significato della parola missione ha corso con il tempo, da Pio XII a papa Francesco. La Provvidenza ci ha dato l’uomo adatto per ogni tempo. Personaggi ed eventi cambiano anima e corpo. Il missionario è passato da protagonista della missione a testimone nella missione.

In Evangelii gaudium papa Francesco dice che “la chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione”. Esistono numerose esperienze di volontariato, viaggi in terre di missioni, ma solo per un periodo. Manca qualcosa? I giovani non aspettano prediche o belle parole. Ci guardano e aspettano. Le nostre opere corrispondono alle parole? Se siamo convincenti, i giovani si avvicinano e credono in noi e al messaggio che trasmettiamo. Oggi e sempre, ieri e domani, è l’ora della semina. Se sbagli centro, sbagli tutto. Dobbiamo predicare Gesù, non noi stessi, le ambizioni o i progetti personali. Papa Francesco, nella sua visita apostolica in Messico, ha detto ai giovani: “Voi siete la ricchezza della Chiesa”. Non ha detto che sono la speranza. La ricchezza si possiede, la speranza è un’aspettativa.

Ho vissuto nel mondo della scuola, in mezzo ai giovani liceali, in un periodo in cui parlare di religione in pubblico era pericoloso. I valori cristiani passavano attraverso l’insegnamento di latino, greco, filosofia, lingua e letteratura spagnola. Anche oggi, nelle scuole pubbliche, la religione è proibita, mentre in quelle private è permessa, sopportata, vigilata. È necessario capire cosa intenda papa Francesco con “periferie esistenziali”. Esiste povertà più grande di chi non conosce e ama Dio?
Nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale 2017, papa Francesco diceva: “I giovani sono la speranza della missione. Gesù e la Buona Notizia da Lui proclamata continuano ad affascinare molti giovani. Essi cercano percorsi in cui realizzare il coraggio e gli slanci del cuore a servizio dell’umanità. Che bello che i giovani siano viandanti della fede, felici di portare Gesù in ogni strada e piazza, in ogni angolo della terra!” (ibid., 106).

Il Sinodo dei vescovi che si celebrerà a ottobre sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, è l’occasione provvidenziale per coinvolgere i giovani nella comune responsabilità missionaria che ha bisogno della loro ricca immaginazione e creatività. Siano in cammino verso il Sinodo. Cosa manca alla chiesa di tutti i paralleli? Perché i giovani non vedono la missione nell’orizzonte del loro progetto di vita, come possibilità di pienezza di vita?



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