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Da Bazzano in allegria: Famiglie aperte al mondo

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Fra pochi giorni partiremo per l’annuale ritiro delle famiglie con qualche perplessità sul nome: c’è chi non vuole chiamarlo ritiro perché dice che sa di tristo, mentre di solito si svolge in grande allegria, con balli e canti, fisarmoniche e chitarre ogni sera e anche con liturgie vivaci e pasti "autogestiti" che più conviviali non si può. C’è poi chi non vuole chiamarlo delle famiglie, perché sembra che escluda qualcuno della comunità, mentre accogliamo tutti: single e vedove/i, giovani ancora in cerca di partner e vecchi ormai stanchi di cercare.

Ma, a parte questo, vogliamo dirvi come è nata questa iniziativa e che cosa rappresenta.

Dunque: Bazzano è un paese di 6.000 abitanti a circa 20 Km da Bologna. Per secoli zona di confine tra barbari e bizantini, poi tra Stato pontificio e Regni nordici, infine tra i Comuni di Bologna e Modena in guerra tra loro. Oggi è un borgo tranquillo, benestante, di solida tradizione… socialcomunista. La parrocchia è una sola, s.Stefano. Vi è stato parroco fino all’anno scorso don Francesco, che alla bella età di 79 primavere e dopo un regno di 24 anni ha passato le consegne a don Franco. Proprio sotto il regno di don Francesco ha preso lentamente piede il gruppo famiglie.

bazzano Cominciarono alcune ad aiutare don Francesco nella catechesi del dopo Cresima; quindi ad organizzare i Campi estivi per i ragazzi; poi ancora a rendere più partecipata la liturgia e in special modo la Messa domenicale delle 10.30; venne infine la scuola biblica e, più di recente, i "gruppi del Vangelo" nelle case. Nel frattempo, dal dopo Cresima e dai Campi estivi era nato un bel gruppo di giovani.

Ci si chiese (correva l’anno 1994): perché non formare un gruppo di giovani famiglie? L’età di mezzo, 25-40 anni, era la più latitante in parrocchia. Cominciarono Gianni e l’Aurelia (famiglia Zaccherini e famiglia Peroni) a organizzare un ritiro per giovani coppie. Poi, forse perché Gianni non era proprio giovanissimo (Gianni e Fernanda hanno sette figli, dagli 11 ai 30 anni!), forse perché le "giovani coppie" si ritrovano più volentieri al ristorante che al ritiro, caddero i limiti di età e si cominciò a incontrarsi "come famiglie". Alcune domeniche all’anno: si cominciava con la Messa della comunità alle 10.30, poi un primo momento di meditazione; il pranzo insieme nel salone parrocchiale; e, dopo pranzo, un altro momento di meditazione, un incontro sui problemi e le iniziative della parrocchia, infine i Vespri o un momento di adorazione eucaristica con cui si chiudeva la giornata o festa o domenica delle famiglie… no, della comunità (abbiamo avuto sempre problemi di vocabolario, noi). Il tutto veniva coronato dalla tre giorni intorno al 1° maggio e dalla Festa della famiglia in giugno.

Dallo scorso anno le giornate sono diventate una al mese. Così tutti i mesi c’è la domenica comunitaria in parrocchia. Quest’anno gli incontri di meditazione li guida don Franco, sui temi salienti del Discorso della Montagna.

Cinque particolari e due punti base

Quello che abbiamo raccontato si fa in tante parrocchie. Ma – a parte il fatto che in tante altre ancora non si fa – vogliamo far notare alcuni particolari che possono diventare utili per chi tenta un cammino simile.

Le domeniche comunitarie vengono programmate dall’inizio dell’anno pastorale. Viene distribuito un calendario in cui programmare quelle domeniche. Poi, con un avviso in chiesa, l’appuntamento viene ricordato una domenica prima.

Il parroco è sempre presente , che guidi la meditazione o che le ascolti. Non è uno dei tanti gruppi parrocchiali che si raccoglie: è la parrocchia che si ritrova come "grande famiglia" o "famiglia di famiglie" e non può mancare il suo ministero di unità.

Il pranzo insieme è importante, quasi un prolungamento della fraternità eucaristica. E perché sia segno di condivisione, ogni famiglia porta un piatto solo: un primo o un secondo o un dolce o le bevande, ma per molti. Si mette tutto su una grande tavola e ciascuno prende quello che gli aggrada.

Per i bambini la giornata deve avere il carattere di festa, quindi c’è sempre qualche giovane che li fa giocare, dipingere, cantare o dare quattro calci al pallone. Chi non partecipa ai momenti di riflessione, si ritrova insieme agli adulti a Messa, a pranzo e per la preghiera finale, così che le famiglie siano al completo.

Irrinunciabile è anche il momento in cui si parla di problemi, iniziative ed esperienze. È uno scambio spontaneo, di richieste per necessità scoperte alla porta di casa, di segnalazioni di casi o di pericoli, di sollecitazioni della Caritas o del gruppo per il Commercio equo, di "emergenze" per le quali ci si vuole impegnare in modo particolare (immigrati, terremoti o inondazioni, missioni, terzo mondo).

Dai "particolari" ai "punti base"

Gli incontri mensili sono momenti forti per edificare la comunità. Attorno alla Parola e all’Eucarestia si diventa veramente "un cuore solo e un’anima sola". Occorre però anche conoscersi di persona, sapere e vedere da vicino problemi, esperienze, sofferenze e gioie degli altri. Si forma così la "grande famiglia parrocchiale". Si scopre la bellezza e l’utilità di aprirsi tra famiglie. I problemi educativi, quelli degli anziani, del lavoro, del divertimento dei giovani, della televisione sono spesso comuni e tra famiglie si creano confronti e sinergie. Si scopre che tante cose si possono fare insieme! Così ci si ritrova in altre occasioni o ci si invita a cena per condividere di più e meglio.

Quanto più si stringe l’unità tra le famiglie – nel nome e con la forza del Signore – tanto più si allarga la trama della carità. Si prendono iniziative verso "gli altri", si fa fronte alle emergenze, si impara a capire che i confini della famiglia coincidono con quelli della parrocchia e quelli della parrocchia con quelli della Chiesa e quelli della Chiesa con quelli del mondo.

Marcella e Francesco Grasselli


I nostri indirizzi: " Famiglie aperte sul mondo"

  • c/o Famiglia Grasselli, Via Modenese 1055 – 41058 VIGNOLA (MO)Tel. e fax 059.761243 - e-mail famiglieaperte@iol.it
  • c/Famiglia Barioni, Via Mura di Porta Po 13 – 44100 FERRARA - e-mail barivent@iol.it


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