Missione e Preghiera: Con la gioia nel volto e nel cuore
Il tempo di Pasqua è come un solo giorno in cui si continua a cantare la gioia della risurrezione di Gesù, che è promessa della nostra stessa risurrezione. Per quaranta giorni Gesù risorto sembra quasi che si diverta a mostrarsi e a nascondersi, facendosi incontrare e subito dopo scomparendo... È lui, eppure i discepoli non lo riconoscono. Appare diverso, eppure tutto dice che è lui, e il loro cuore arde nell'ascoltare la sua parola.
Anche oggi il Signore Gesù compare a noi in tanti modi, se sappiamo aprire gli occhi del cuore per scorgerlo: si fa presente, si fa quasi sentire e toccare attraverso i sacramenti, la liturgia, l'ascolto della Parola, l'incontro con i fratelli.
Amore vero e sincero
Scrivendo ai neo-convertiti, l'apostolo Pietro parla della vita cristiana come di una vita nuova, una vita in Cristo risorto: eravamo creature vecchie, schiave del peccato e della morte; siamo rinati figli di Dio, siamo diventati di stirpe divina, destinati alla vita eterna.
Ora però è necessario vivere come veri figli di Dio, che depongono l'uomo vecchio e si rivestono dell'uomo nuovo, che è il Cristo stesso. Il segno inconfutabile della rinascita è l'amore vicendevole. "Dopo aver santificato le vostre anime con l'obbedienza alla verità, per amarvi sinceramente come fratelli - leggiamo nella prima lettera di Pietro - amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri".
Se non c'è questo amore vero e sincero, è segno che non c'è la vera rinascita, che Cristo è morto invano per noi. Sapendo che siamo stati rigenerati mediante il battesimo, come creature nuove viviamo in conformità a questa nostra grande vocazione. Sentiamoci veramente di Dio, appartenenti a lui, per essere sempre più conformi a Cristo e pietre vive per edificare il suo regno.
Liberiamoci dalla tristezza
Questo diventa per noi anche una chiamata a far convergere tutto - fatica, sofferenze fisiche, morali e spirituali - nella passione di Cristo, perché tutto si trasformi nella gioia della risurrezione interiore. Se crediamo che Gesù è risorto ed è in mezzo a noi, non possiamo indugiare sulle situazioni che danno tristezza. Siamo sempre chiamati a superare le difficoltà, perché quello che conta è che Egli ci ha amato ed è morto e risorto per noi.
La gioia pasquale deve dunque riflettersi sul volto e nella vita dei cristiani. Questa è l'evangelizzazione più efficace. E in questo ci è di modello e di aiuto Maria Santissima, che in questo mese di maggio il popolo cristiano particolarmente venera, offrendole i fiori più belli raccolti nel giardino del cuore: le virtù.