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Missionaria da 50 anni, Il regalo: la missione degli asinelli

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Oggi, guardandomi indietro, mi sembra impossibile che abbia potuto fare tanto. In realtà, non sono io l'autrice, ma è Gesù che ha operato in me. È Gesù che realizza la vera missione; è lui che salva. A noi chiede solo disponibilità, fiducia, servizio, amore per Dio e per i fratelli.

Il vangelo fa rinascere

2008 5 Russo1Certamente vi sarete chiesti, cosa faccio io in missione. Nella parola del Signore vediamo che Gesù ha mandato gli apostoli ad annunciare il vangelo. Quando la gente pensa alla missione, immagina i missionari impegnati nella promozione umana: assistenza agli ammalati, ai bambini, ai lebbrosi, ai drogati...

Anch'io ho fatto un po' di tutto. Ma prima di ogni altra cosa, ho annunciato il vangelo. Se non diamo Dio alle persone, non diamo niente. Far scoprire alle nostre sorelle e ai nostri fratelli che Dio li ama e li segue con la massima tenerezza - come Madre e Padre - è molto importante.

Molta gente mi ha detto: "Grazie, sorella. Mi hai fatto scoprire che Dio mi ama. Mi sento rinascere!".

Ora, come regalo per il mio cinquantesimo di vita religiosa e missionaria, il Signore mi chiama a una nuova missione a Serrano, nella regione del Maranhao.

La nuova missione, abbandonata dal mondo

Le saveriane sono in Brasile del sud da 51 anni, e sono da 41 anni in Amazzonia. Da tempo era sorto in noi il desiderio di andare altrove, non perché ci mancasse il lavoro, ma perché pensavamo ad altri posti, in cui c'è ancora più bisogno. Abbiamo ricevuto molte richieste, ma purtroppo le nostre disponibilità di personale sono molto scarse.

Nel gennaio 2007, insieme a sorella Zelia, superiora delle saveriane in Amazzonia, sono partita per Bacuri, città della regione del Maranhao. Ce ne aveva fatto richiesta il parroco p. Gerson, che aveva molto insistito per avere le missionarie saveriane nelle sue tre parrocchie, molto distanti l'una dall'altra. Siamo arrivate il 24 gennaio. Padre Gerson ci ha accompagnate nella visita ad alcune comunità più lontane e abbiamo visto la realtà.

Tutta quella zona è impressionante: sembra dimenticata dal mondo. Ci sono case di fango coperte di paglia, un'unica strada asfaltata, scarsi mezzi di trasporto: una corriera che passa una volta al giorno, alcuni taxi a triciclo, qualche bicicletta, pochissime macchine. Si vedono asinelli e carri tirati da buoi. La gente sopravvive del magro raccolto dei campi e della pesca. Siamo nel nordest, dove piove pochissimo.

Non un sogno, ma gente vera!

Era il giorno della festa di san Paolo apostolo, patrono della parrocchia brasiliana di Serrano. Con la gente, abbiamo partecipato alla processione e alla Messa. Il parroco ci ha presentato alla comunità dicendo che eravamo due missionarie in visita, e ha invitato tutti a pregare perché restassimo con loro.

Tutta l'assemblea si è alzata in piedi e, battendo le mani, ci ha supplicato di non andarcene e di rimanere. In quel momento mi è venuto in mente san Paolo che, in sogno, aveva visto un macedone chiedergli di passare da loro ad aiutarli. Svegliatosi, l'apostolo partì per quella regione per annunciare la parola del Signore (cf Atti 16,9-10). Per Paolo era solo un sogno. Davanti a noi c'era un'intera assemblea di gente che lo chiedeva. Il Signore ci voleva lì.

Inoltre, avevamo saputo che altre tre congregazioni erano già state a Serrano a vedere, ma non se l'erano sentita di iniziare un lavoro in quella zona dimenticata. Dissi a sorella Zelia: "Le altre suore se ne sono andate, ma noi dobbiamo restare, perché siamo missionarie!".

Le nostre responsabili, dopo aver riflettuto e pregato, hanno detto "sì". Per completare la mia gioia, mi è arrivata anche la notizia che proprio io sono stata destinata a questa nuova avventura missionaria a Serrano. In questo periodo di riposo in famiglia mi sto preparando alla nuova missione che, probabilmente, inizieremo nel mese di luglio.

Davanti a tanta grazia non posso che chiedervi di ringraziare con me il Signore e di pregare, affinché il progetto di Dio si realizzi in me e nella nuova missione che egli ci affida.



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