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“Mille volti, una sola umanità”, La Festa dei popoli 2005

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Negli occhi e nella mente abbiamo ancora le immagini e l’eco dell’enorme tragedia che ha colpito l’umanità lo scorso 26 dicembre nel sud est asiatico. Forse, per la prima volta nella nostra storia di uomini e come mai prima d’ora, c’è stata una grande e globale partecipazione emotiva a un fatto accaduto su questa terra.

Fino a quel momento erano le tragedie provocate dagli uomini (attentati, genocidi, guerre e conflitti) ad essere al centro dell’attenzione pubblica e dello sdegno che queste suscitavano. Con la tragedia dello tsunami ci siamo invece trovati impotenti e sconfitti di fronte alla forza devastante della natura.

La solidarietà non svanisce

Tante cose sono state dette, scritte, fatte e rifatte vedere. Cosa resta di tutto il movimento dei mass media di quei giorni? Cosa rimane nella memoria di ciascuno di noi? Soprattutto, in quale misura oggi sono nei nostri cuori il destino e la vita di quei popoli, nostri fratelli, dei Paesi dell’oceano indiano?

Questi pensieri ancora navigano nella mia mente insieme alle tante iniziative prese da istituzioni, organizzazioni, scuole, chiese e cittadini. La solidarietà di quei giorni non è svanita nel tempo. Forse ci siamo accorti di far parte, come fratelli, di un’unica casa che è questa nostra terra, di essere una sola famiglia, una sola umanità. Proprio quest’umanità deve crescere e far fronte comune davanti agli avvenimenti e alle situazioni che coinvolgono tutti.

Pur nella differenza delle latitudini geografiche, e ancor più nella differenza e molteplicità delle culture, ci siamo accorti che i volti di altri popoli e razze ci sono ormai familiari. Infatti, la percezione straordinaria che un altro mondo esiste arriva a noi con ogni mezzo. Soprattutto uomini, donne e bambini di una cultura diversa dalla nostra fanno ogni giorno sempre più parte della vita di ciascuno di noi, della società, della comunità civile e anche di quella religiosa. E questa è una grande benedizione!

La grande festa di maggio

Ed è questa benedizione, che noi vogliamo “celebrare” ogni anno con la tradizionale “Festa dei popoli”, che si svolge nell’arco di una decina di giorni nel bel mezzo del mese di maggio. Molti forse pensano che la festa consista nei due giorni finali (14-15 maggio). Questi sono i più affollati. Ma non sono meno importanti e coinvolgenti i momenti e gli incontri che li precedono o li seguono nel programma della festa.

Per l’edizione di quest’anno non c’è ancora un calendario preciso, ma grazie al comitato di preparazione stanno nascendo tante idee e tante iniziative. Il tema di quest’anno è interessante: “Mille volti, tante culture, una sola umanità”. Su questo tema sono in programma interventi educativi e artistici che sfoceranno in due mostre, allestite nei saloni della comunità saveriana di Desio.

Più siamo, meglio stiamo

Stiamo cercando di coinvolgere il maggior numero di comunità internazionali presenti sul nostro territorio. Non possiamo dimenticare la simpatica presenza dei pakistani durante la festa dello scorso anno. A sorpresa, hanno consegnato un regalo a tutti i ragazzi partecipanti alla festa. Questo momento era stato preceduto dal gesto dello scambio della pace. Centinaia di ragazzi e adulti erano passati sotto il simbolo dell’arcobaleno e si erano salutati con un abbraccio pieno di fiducia e di speranza. In ognuno c’era l’impegno di vivere i sentimenti della festa nella vita d’ogni giorno.

Ancora tanti altri ricordi ci tornano in mente, ravvivando gli occhi e il cuore con la speranza di una nuova festa, fruttuosa e gioiosa. Un grazie particolare va a tutti coloro che interverranno, perché ogni festa per riuscire ha bisogno di “presenza”.

Chiediamo al Signore di benedire la gioia del nostro incontro in nome della fratellanza e della pace universale.



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