Skip to main content

Manila dopo il tifone ''Ketsana'', Una scelta ...ancor più convinta

Condividi su

Sei mesi fa noi saveriani abbiamo accettato con convinzione e decisione la parrocchia "Nostra Signora di Guadalupe", in una periferia della grande metropoli di Manila, perché, tra quelle che ci venivano offerte, era la più bisognosa di cure. La parrocchia sarebbe nata con la nostra presenza, separando la zona più povera da un'altra grande parrocchia.

Sono tre grandi agglomerati, di cui due abitati da baraccati e un altro con gente un po' più benestante, con una popolazione di circa 90.000 persone. Non c'è una casa parrocchiale, non c'è una chiesa e nemmeno il posto su cui costruirla. Noi tre saveriani - p. Javier Mexicano, p. Alex Rodríguez (messicani) e p. Emanuele Borelli (italiano) - viviamo in una casa presa in affitto.

In cammino con i poveri

Come in tutte le zone povere, forte è la presenza di varie chiese e sette in cerca di adepti tra la gente bisognosa, immigrata dalle province, sradicata e travolta dalla vita confusa della grande metropoli di cui, volenti o no, si fa parte e si respira la mentalità, anche se alloggiati in baracche. Ci sono quartieri di musulmani, anche loro immigrati nella nostra zona e poveri come tutti gli altri.

È una sfida seria per noi missionari, che vogliamo essere compagni di cammino dei più poveri e di coloro che sono in difficoltà, i più esposti a perdere non solo la dignità e la coesione sociale, ma anche la fede e la speranza, alla deriva e ai margini delle grandi megalopoli moderne.

All'inizio di maggio 2009 abbiamo iniziato il nostro lavoro, convinti di essere al posto giusto. Abbiamo cominciato a incontrare la gente e tutti i tipi di gruppi e di associazioni, ben sapendo che solo insieme riusciremo a far fermentare questa grande massa di gente. Nei nostri sogni c'era il piano di creare un luogo comunitario, con una chiesa e alcuni spazi in cui radunare e far convergere la gente e le attività.

Il sabato della catastrofe

Ma poi, sabato 26 settembre 2009, è arrivato il grande tifone, che ha cambiato il volto di tutta la zona, che ha portato via quasi tutto, specialmente alla maggioranza dei baraccati lungo il fiume. La gente ha perso tutto: lo stesso destino per poveri e ricchi. Ci sono volute due lunghe settimane per riuscire a ripulire le case, perché non c'era acqua né elettricità, o non si riusciva a raggiungere le case perché le viuzze erano piene di fango e detriti, un ammasso di cose rotte e inservibili.

Tuttavia la generosità di molti, provenienti da altre comunità, ha risvegliato il desiderio di vivere della nostra gente. Insieme hanno ripulito gli edifici scolastici, le chiese e le strade, per mettere un po' di ordine in quello che rimaneva delle loro case. Impoverita e malata, questa gente lavora tutto il giorno e, alla sera, molti vengono a celebrare la loro fede alla Mensa del Signore. Questi sono i segni di speranza in mezzo a tanta devastazione.

Sopravvivere insieme

Siamo ancora più convinti che la scelta di venire qui sia stata giusta. Siamo sopravvissuti insieme e abbiamo ricominciato insieme, con l'aiuto di tanti fratelli e sorelle che si sono sentiti solidali e ci hanno sostenuto. Per questo ringraziamo Dio e gli chiediamo di moltiplicare questa gente generosa e attenta ai bisogni degli altri.

Ora sappiamo che tutti dovranno lottare per rifarsi una casa, trovare un lavoro e riprendere il cammino. Ma sappiamo anche che dovremo trovare tanta forza d'animo per non mollare mai, anche quando altri tifoni arriveranno a sconvolgere la vita di queste famiglie che, per mancanza di altri posti, sono costretti a costruire le proprie baracche lungo i canali di Manila. Siamo più che mai convinti di rimanere qui e camminare con loro.

Al momento vorremmo aiutare almeno un migliaio di famiglie, quelle più miserabili, dando otto lamiere per farsi un tetto, con l'aiuto dei buoni samaritani che si sentiranno solidali e ci aiuteranno ("piccolo progetto" a pagina 7). Per il futuro dovremo ripensare il piano per la chiesa parrocchiale e gli spazi comunitari. Dovremo farli in modo tale che, in caso di alluvione, possano essere un rifugio sicuro per la gente.

La casa di Dio diventi, nell'emergenza, la casa del suo popolo.



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2230.53 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Febbraio 2008

Sinodo, La Missione: La Parola di Dio è dono per tutti

Con l'apostolo Paolo possiamo affermare: "Guai alla chiesa se non predica il vangelo!" (cf 1Cor 9,16). Gesù ha annunciato al mondo il regno di Dio ...
Edizione di Aprile 2003

La vera speranza è ostinata

Tema del "Paginone" di questo numero: "Abbandonati, ma non perdono la speranza" E' bello scoprire che il nostro mondo offre ancora scampoli di uma...
Edizione di Novembre 2019

L’incontro con il vescovo di Tabatinga

Prima del Sinodo a Roma sull’Amazzonia, il vescovo saveriano di Tabatinga, mons. Adolfo Zon Pereira, è stato per alcuni giorni ad Ancona su invito ...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito