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Nonostante tutto, il nostro mondo continua ad essere meraviglioso, perché Chi l'ha costruito ha tenuto per sé le chiavi della vita. E così, mentre il piccolo villaggio globale continua a volteggiare nelle traiettorie armoniose delle stelle, il Signore del cielo fa scendere la notte magica di Natale su Tokyo, su Piacenza, sui bananeti dell'Africa, sulle favelas di Rio. La notte santa scende su Tokyo quando a Piacenza splende ancora il sole invernale della vigilia; scende su Piacenza, quando i campesinos del Brasile non sono ancora rientrati nelle favelas.

E quando sugli altopiani delle Ande del Perù inizia la notte di Natale, in Giappone i Re Magi si preparano già al grande viaggio e nel cielo di Piacenza la stella cometa si è già spenta. Ma quello che più stupisce è che dappertutto, in tutti gli angoli del mondo, il Natale dà vita a storie meravigliose.

Natale in Giappone

Padre Flavio era partito missionario per il Giappone ed era arrivato a Tokyo in dicembre. Le suore missionarie che lavorano in una scuola materna Montessori lo avevano aiutato a superare una prima difficoltà: quella di calibrare gli inchini con i quali si salutavano le diverse categorie di persone. I missionari, da parte loro, lo avevano  aiutato ad affrontare una seconda difficoltà: insieme erano entrati in un ristorante per celebrare il primo pasto tipico della capitale: una specie di tagliatelle verdi, in brodo, che vanno afferrate con i bastoncini e poi risucchiate rumorosamente.

Due giorni prima di Natale. Nahoko, una giapponesina non cristiana, aveva fatto una proposta a p. Flavio: "Padre: io ti accompagno a visitare la città, a patto che tu mi faccia esercitare la lingua inglese. La conoscenza dell'inglese è importante per il mio lavoro". Insieme avevano passeggiato, dirigendosi verso il centro di Kyoto, dove i  giapponesi hanno costruito la copia della torre Eiffel. Insieme avevano visitato un giardino orientale fatto di piante e di pietre.

Verso l'imbrunire, quando improvvisamente sulla città piovve una magia di luci, multicolori, la ragazza si rivolse al padre: "E’ Natale". Poi come istintivamente aggiunse: "Anche da voi cristiani, esiste il Natale?". Possiamo immaginare la reazione di p. Flavio: forse già stava pensando a come raccontare il Natale ai giapponesi. Quella giovane giapponese, d'improvviso, gli aveva fatto capire come duemila anni non sono bastati ai cristiani per raccontare la grande novità del Natale, che è la nascita di Gesù, figlio di Dio e di Maria.

Non una pioggia multicolore di luci a goccia. Fu così che p. Flavio affrontò le difficoltà della sua missione. La più grande: come parlare di Gesù ai giapponesi di Tokyo.

Natale in Africa

Nella notte di Natale in Africa è tutto un presepio; tutto è a grandezza natura le: palme, muschio, sentieri bianchi nella notte, fiumiciattoli, gente che dorme per terra. Gli africani amano il Natale, perché dà loro la certezza che il Figlio di Dio è nato povero come loro, un paesaggio come il loro. A Natale vanno in fila davanti al Bambino del presepe, lo guardano in silenzio.

E poi, ai piedi di San Giuseppe, il capofamiglia, depone un cartoccio di  arachidi, un tubero di manioca, un pomodoro, una zucca che fa da recipiente alla birra di banane. È la festa della solidarietà dei poveri verso il tenerissimo Figlio di Dio.

Ciausiku, una giovane mamma, si porta un bambino al petto e uno in grembo. È nella fila dei fedeli che sostano davanti al presepio e nella mano che le rimane libera tiene un uovo. Il suo nome significa "Nata di notte", come Gesù. L'uovo è per Maria. Da due anni, da quando è stata battezzata, continuava a dire dentro di sé: "Non possiedo galline. Se le avessi, porterei un uovo alla Madonna". Nel frattempo era riuscita a comperare una gallina: la gallina aveva fatto il suo primo uovo proprio in quei giorni.

Ciausiku lo riservava per Maria, la Madre di Gesù, perché Ciausiku conosce il travaglio che una madre prova nel dare alla luce il suo figlio primogenito. Il missionario che sapeva del proposito di Ciausiku, la guardava e dentro di sé diceva: "Chissà cosa pagherei per essere in cielo il giorno in cui Ciausiku incontrerà la Madonna per la prima volta".

Natale in Brasile

In quella notte di Natale tirava un gran vento, mentre i cristiani cantavano la ninna nanna a Gesù Bambino. Fuori, sopra la porta della chiesa, campeggiava una grande stella gialla con la coda. La piccola Comunità della missione aveva acquistato un foglio di polistirolo, l'aveva ritagliato a forma di stèlla e lo aveva dipinto di giallo perché si  vedesse nella notte. Un giallo sfacciato, uguale a quello della fermata dell'autobus che sale a fatica dalla città.

La Messa era stato un momento di cordialità, di preghiera e di canti. E poi ciascuno era rientrato frettolosamente a casa per fuggire al fastidio del vento. Il vento portò lontano i canti del Natale. E le porte della favela tornarono a chiudersi.

Piraju, un ragazzo senza famiglia, aveva vagato fino a giungere alla piazzetta della chiesa. E li si era arrestato, perché non riusciva a staccare gli occhi da quella grande stella gialla. Che meraviglia se anche la sua capanna avesse avuto una porta: una porta grande e gialla come la coda di quella stella. All’improvviso, un colpo di vento sopraggiunse gagliardo. Spezzò la stella in due. Le cinque punte rimasero appese sopra la porta della chiesa.

Mentre la coda, dopo aver fatto due ampie piroette nel cielo, venne a cadere e ad arrestarsi proprio ai suoi piedi! Piraju sgranò gli occhi. Si guardò attorno. Raccolse la coda e si dileguò nella notte santa. Il mattino di Natale, i cristiani provarono grande gioia a vedere che il vento aveva risparmiato il segno del Natale. Piraju invece dormiva beato nel suo tugurio, dove finalmente la porta impediva al sole di entrare: la coda della stella avrebbe potuto diventare la porta della sua capanna.

Storie di Natale. Storie che ci aiutano a capire il canto degli Angeli: "Gloria a Dio e pace agli uomini che vogliono il bene sulla terra".



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