Ma non ci sentiamo eroi…
Così si è espresso Luca. “Caro p. Carlo, ti ringrazio per averci invitato a questa esperienza missionaria che ha lasciato segni indelebili nei nostri cuori e che sono sicuro porterà tanti frutti. Ricordo che nella chiamata, qualche giorno prima della partenza per Napoli, ci avevi detto qualcosa del genere: «Qui è diverso dal mondo ipersonico in cui viviamo». Lì per lì non avevo capito molto quelle parole. Ma ora mi sono chiare molte più cose. Grazie perché queste tre settimane, seppur molto scombussolanti e a tratti anche desolanti, sono state piene di gioia. È stato meraviglioso condividere una parte d’estate con un gruppo che, nonostante le differenze di ognuno, è stato molto unito ed è stato veramente come una famiglia. Grazie, infine, per averci dato l'occasione di vivere e vedere nei gesti e nella quotidianità di tante persone una fede realmente incarnata nella realtà. Non si tratta, alla fine, di fare gli eroi, ma semplicemente di provare a portare un po' di cielo laddove potrebbe sembrare non ci siano speranze”.