Con rammarico e profonda tristezza ho ricevuto la notizia della morte di Luca, Vittorio, Mustafa e di milioni di congolesi. Una cosa inaccettabile! Ci sono persone che lasciano un’impronta indelebile dovunque passino. Luca Attanasio ha lasciato un’impronta d’amore nel mio paese, la Repubblica Democratica de Congo. Ho parlato con i miei confratelli di Goma e di Bukavu. Ricevo tante sue fotografie. E mi interrogo: era un diplomatico oppure un missionario? Come mai in così poco tempo è riuscito a comprendere dal fondo la situazione del Congo impegnandosi seriamente nella difesa dei piccoli, degli umili, degli indifesi? Luca era un credente. Un credente in Dio.
Il suo progetto era curare le ferite. Non gli importava da chi fossero state causate. Lui fasciava perché l’Amore non guarda in faccia. A Bukavu aveva in progetto di fasciare le ferite dei bambini di strada, dei bambini malnutriti, delle ragazze vittime di violenza sessuale. Luca ha trasformato la fede in gesti concreti. Luca, Vittorio e Mustafa sono solo il puntino dell’iceberg di ciò che quella parte del Congo vive da 25 anni: più di 6 milioni di morti, il paese più ricco (di materie prime) del pianeta con un impoverimento allarmante. Il mondo tace per le ricchezze che provengono da quel lato del mondo. Assistiamo ad una corruzione mondiale. Ecco il nostro grido: che la verità sia fatta su Luca, Vittorio, Mustafa e su tutte le vittime, milioni, che continuano a morire ogni giorno.
La situazione non è cambiata. Continuano ad uccidere, a rapinare, a saccheggiare. Il mondo è interconnesso e interdipendente: tocca a noi tutti indignarci e impegnarci per il miglioramento dell’umanità. Altrimenti saremo sempre colti di sorpresa, finché il sistema rimane lo stesso. Finché le sofferenze altrui non ci toccano, finché non ci sentiremo figli/e della stessa famiglia umana.
Luca ha frequentato la casa dei saveriani di Desio. La sua vita è stata una missione su questa terra. Non è venuto per passeggiare, ma per incontrare vite, storie, volti, ferite. E noi saveriani siamo grati per avere camminato con una persona speciale come Luca, che ha trasformato la sua carriera politica/diplomatica in buon samaritano. Il suo è l’esempio che si può essere un diplomatico/politico profondamente credente.
Luca era una candela accesa sul candelabro. Hanno spento la voce di un innocente. Hanno spento la voce di tanti indifesi. Hanno spento la luce che illuminava tante vite. Hanno massacrato la speranza di tanti bambini sfortunati. Hanno ucciso il giusto. Carissimo Luca, amico e fratello dei saveriani e dei congolesi, la fiamma della tua candela rimane accesa in Congo, ovunque è caduto il seme di bene. Rimani vivo e sorridente nel cuore di molti. Il Congo non ti dimenticherà mai.
Nella lotta per la verità, per la difesa dei piccoli, per la giustizia, per la dignità sii tu il nostro intercessore presso Dio, perché la fiamma della speranza rimanga accesa. E noi possiamo omaggiare il desiderio di Luca, portando avanti il tuo desiderio d’onorare il corpo di Cristo nei bambini che ti piangono e nello stabilire un giorno della tua memoria a Limbiate e in Congo RD.
