Lezioni di vita al quarto piano
Il quarto piano della Casa Madre è il posto privilegiato dal Signore dove, paradossalmente, trionfa la vita e l’amore fraterno che facciamo fatica a riconoscere e sperimentare nel frastuono delle nostre città. È pura grazia di Dio!
Lassù in alto si fa palestra, terapia occupazionale, si gioca a carte, si festeggiano i compleanni, si riflette, si discute, si legge, si recitano le lodi del mattino, si fa l’adorazione del giovedì, si recita il rosario. Qualcuno degli ospiti tiene conferenze, scrive articoli, presiede l’Eucarestia, confessa in Santuario, compie gesti di carità nei confronti dei confratelli. E tanto altro. Lassù in alto ci sono saveriani che, per patologie gravi, sono costretti a consumare i pasti a letto. Provo a entrare con voi nel loro mondo, in punta di piedi, perché la loro è una vita degna di rispetto.
P. Mario è una persona silenziosa, riservata, ma attenta. Parla con gli occhi e i gesti, perché la voce non c’è quasi più. Però sa sempre cosa vuole. Quando vado da lui, salutandolo, gli faccio il segno della croce sulla fronte (come con tutti). Una volta, con fatica, ha ripetuto su di me quel gesto, benedicendomi con un filo di voce. Si è presbiteri per sempre, anche nella malattia. Anche con p. Peppino sperimento il dono dell’amicizia. Ci vuole poco per renderlo felice. Sono passata da lui mentre stava mangiando, aiutato da Gildo. Quando mi ha visto è scoppiato in una fragorosa risata e mi ha salutato. Poi ha iniziato a farmi un gran discorso filosofico in chissà quale lingua...
P. Pierino vive sempre più nel suo mondo. Pesca le parole chissà dove. Spesso, all’improvviso, guardandomi negli occhi, mi fa un sorriso birichino... È molto buffo! Fa ginnastica con una specie di bicicletta che ha inventato per lui p. Angel, applicando i pedali alla sua carrozzina. È uno spasso guardare con quanto impegno pedala! Passate dal quarto piano… c’è molto da imparare!