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Congo RD: relazioni pericolose. Nelle regioni Nord Kivu, Sud Kivu e Ituri i gruppi armati si finanziano con il contrabbando di oro e coltan, minerali in gran parte diretti in Ruanda. Ma il presidente Tshisekedi non vede e il Nord Kivu è in stato d’assedio da tempo. Una volta in Ruanda, i minerali illegali sono resi legali e figurano prodotti dal Ruanda che invece non dispone di un numero di miniere tali che giustifichino le sue esportazioni di oro e di coltan. Come mette in evidenza Rete per la pace in Congo, non meno di 600 milioni dollari in oro sono contrabbandati ogni anno dal Congo RD, in gran parte attraverso il Ruanda. Se il presidente Tshisekedi vuole davvero mettere in sicurezza le aree del nordest del Paese, invece di stringere accordi, dovrebbe sbarrare la strada a questi traffici e mettere in chiaro le cose con il Ruanda che da decenni interferisce. Anche in questo contesto, la gente aspetta con gioia la visita di papa Francesco dal 2 al 5 luglio.

p.6 Carlassere ChristianSud Sudan ed Etiopia. Padre Christian Carlassare il 25 marzo è stato ordinato vescovo nella cattedrale di Rumbek, in Sud Sudan, dopo l’attentato e il ferimento (con sei interventi chirurgici) del 25 aprile 2021. Intanto, nel Paese tutti sperano che la visita di Papa Francesco (dal 5 al 7 luglio) dia impulso al percorso di pace ancora da completare.
In Etiopia, invece, s’invoca cibo e non armi per fermare le stragi nel Tigray con il mondo che sta a guardare. La regione è letteralmente distrutta: infrastrutture, scuole, chiese, monasteri, moschee, alcuni cimiteri, parte del patrimonio culturale. La Chiesa ha continuato a denunciare la guerra, la perdita di vite umane, lo sfollamento, la distruzione di beni materiali e tutte le conseguenze. “Se la guerra non viene eliminata dalla storia etiope da noi etiopi, sarà la guerra a cacciare noi etiopi dalla storia”, avvertono i vescovi.

Myanmar bombardato. Da oltre un anno, imperversa un conflitto civile quasi dimenticato. La giunta militare birmana, che il 1° febbraio del 2021 ha rovesciato il governo civile guidato da Aung San Suu Kyi, sta colpendo con attacchi aerei chiese e strutture religiose, con lo scopo di terrorizzare la popolazione civile. I militari birmani, sostenuti con armamenti forniti dal presidente russo Vladimir Putin, utilizzano contro la popolazione anche gli stessi velivoli dispiegati in Ucraina (M-24 e Sukhoi 30 di produzione russa). Il conflitto ha generato finora oltre 500mila sfollati interni. Per fortuna, tante realtà religiose locali hanno risposto a questa emergenza, mostrando il volto più bello del Myanmar: quello di un popolo che, nonostante le tante sofferenze della sua storia, sceglie la strada della solidarietà.

Iraq: razzi iraniani. Il Patriarcato caldeo deplora il lancio di missili iraniani contro la base Usa, che domenica 13 marzo ha sparso terrore tra la popolazione di Erbil, provocando solo danni materiali. Alla luce del grave episodio richiama le forze politiche a superare lo stallo e i veti incrociati che in Iraq impediscono da mesi la formazione di un nuovo governo, indebolendo il Paese ed esponendolo a operazioni destabilizzanti promosse da forze esterne, compiute da apparati militari e d’intelligence legati a forze straniere.

p.6 Elecciones colombiaColombia: per il bene comune. In un momento cruciale nella storia della nazione, caratterizzato da gravi problemi sociali (disuguaglianza, corruzione, narcotraffico e microtraffico, povertà e violenza), i vescovi colombiani chiedono con forza “il rafforzamento del sistema democratico e l’impegno comune per lo sviluppo integrale dell’intera popolazione”. Il 13 marzo si sono svolte le elezioni legislative per Senato e Camera. Il 29 maggio è fissato il primo turno delle presidenziali. I vescovi chiedono di scegliere leader “onesti e competenti, in grado di promuovere il benessere di tutti i colombiani; di fare in modo che il voto libero e responsabile sia frutto di una decisione informata e presa in coscienza”. E i leader politici sono esortati dai vescovi a “trovare nel bene comune e nella pace la più grande motivazione per il loro servizio, in modo che le gravi problematiche sociali finora disattese siano risolte”. Infine, i vescovi si rivolgono a tutti i colombiani, invitandoli ad impegnarsi “a costruire con decisione un paese migliore, nella giustizia, nel dialogo e nella fraternità; a guardare con speranza al futuro della Colombia, perché con il contributo di tutti, possiamo costruire un paese riconciliato e in pace”.

L’iniziativa

Docu-film sul Saverio

p.6 video Saverio“San Francesco Saverio - Fino all’estremità della Terra” è un Docu-film che racconta la storia del Patrono delle missioni, i suoi anni universitari alla Sorbona, il travagliato incontro con Ignazio di Loyola, fino alla completa dedizione alle missioni in Estremo Oriente. Daniela Gurrieri, produttrice e regista dell’opera, presentata a febbraio presso la Chiesa del Gesù a Roma, ha detto: “Il nostro tempo ha bisogno di modelli che ci ispirino a vivere una vita completamente dedicata a Gesù; santi come Francesco Saverio o Ignazio mantengono viva la Chiesa nel corso dei secoli e dei millenni”. Il Docu-film si inserisce nelle celebrazioni del 400° della canonizzazione di sant’Ignazio di Loyola e san Francesco Saverio, oltre che di santa Teresa di Gesù, sant’Isidoro Labrador e san Filippo Neri. È disponibile a pagamento su www.cristianavideo.com

L’opinione

L’Africa che guarda ad Est…

p.6 voto Onu contro la guerraUn terzo dei Paesi africani si è astenuto nel voto con cui l’Assemblea generale dell’Onu ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina. In 17 hanno presentato scheda bianca, mentre l’Eritrea ha votato contro (insieme a Russia, Corea del Nord, Bielorussia e Siria). I Paesi astenuti danno il quadro dei frutti del lavoro diplomatico che in questi anni la Russia ha intessuto nel continente africano (Algeria, Angola, Burundi, Centrafrica, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Mali, Madagascar, Namibia, Mozambico, Senegal, Sudafrica, Sudan, Sud Sudan, Zimbabwe, Uganda, Tanzania). Di più, sono otto gli stati africani che non hanno partecipato al voto (Burkina Faso, Camerun, Eswatini, Etiopia, Guinea, Guinea Bissau, Marocco e Togo). Sommando i 17 astenuti, il voto contrario dell’Eritrea e gli otto assenti si arriva a 26, poco meno della metà delle 54 nazioni che compongono il continente. C’è, di fatto, un’Africa che guarda a oriente e che lo fa non soltanto per la Russia. Si sono astenute anche Cina (come previsto), India, Vietnam, Iran, Iraq, Pakistan. India e Cina sono nazioni “continente” che, come la Russia, hanno provato a giocare un ruolo sempre più attivo in Africa, innanzitutto sul piano economico. La Russia ha spinto l’acceleratore sul tema della sicurezza, in particolare ai danni della Francia (si veda in Mali o in Centrafrica), e dell’energia (gas e nucleare). La Cina è un attore ormai imprescindibile nello sviluppo infrastrutturale. L’Unione Europea ha una posizione di progressivo arretramento rispetto a un attore che risulta per certi versi più attraente come la Russia con un modello politico completamente opposto. Diversi osservatori stanno legando il passaggio di diversi Paesi a forme di governo autocratiche (con golpe o con altre formule) all’influenza esercitata da modelli politici diversi da quelli occidentali.
Una situazione che dovrebbe far riflettere l’Europa sull’azione che ha continuato a condurre in questi ultimi anni, un’azione che non ha tenuto conto delle esigenze più profonde di un continente in crescita demografica, ma con la necessità di farlo anche sul piano economico e che sente di non essere trattato ancora come un partner alla pari (G. Belgrano, Africa).

Una storia speciale

Bacio simbolico

p.6 Lauro Sérgio Versiani Barbosa bacia piedi indioAl termine della cerimonia religiosa di insediamento come quarto vescovo della diocesi di Colatina, nello stato brasiliano di Spirito Santo, mons. Lauro Sérgio Versiani Barbosa ha stupito tutti con un gesto fortemente simbolico. Davanti a un rappresentante delle popolazioni indigene del villaggio Pau Brasil in Aracruz, si è inginocchiato e gli ha baciato i piedi dicendo: “Noi desideriamo essere la Chiesa sempre più fedele al Vangelo di Gesù, una Chiesa povera nei suoi mezzi e per i poveri; se c’è qualcuno con cui noi abbiamo un grande debito, sono i popoli indigeni”. Il gesto profetico di mons. Versiani Barbosa è strettamente legato all’attualità della missione di liberazione e riconciliazione della Chiesa in Brasile. Qui, infatti, la vita delle popolazioni indigene è continuamente minacciata dai grandi interessi economici che schiacciano i diritti degli abitanti locali, in particolare quelli poveri. Quel bacio simbolico, dunque, esprime la volontà del vescovo di Colatina di stare dalla parte più ferita dell’umanità.



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