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Laicato saveriano: Una ottantenne tra i teenager

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Ce l'ho fatta! Io, ottantenne introversa e poco loquace, non abituata a parlare in pubblico, sono riuscita a interessare un uditorio difficile come quello dei teenager, su problemi dolorosamente attuali che colpiscono i giovanissimi in tante parti del mondo. L'occasione mi è stata data dalla mostra itinerante "Un volto, cento storie", organizzata dai missionari e laici saveriani di Salerno ed esposta all'istituto "Benedetto Croce" di Lauro (Avellino).

I temi discussi erano alla portata di tutti, ma i giovani studenti a volte non riflettono abbastanza sulle gravi ingiustizie che gravano sulle spalle dei più deboli. I personaggi e le associazioni che "ci mettono la faccia" con il massimo impegno, fino a rimetterci la vita, dovrebbero essere di stimolo e di esempio per tutti coloro che credono nella sacralità della vita e nella dignità umana.

Gesù ha insegnato e praticato la carità e la bontà, l'umiltà e la povertà, l'amore per il prossimo e l'altruismo. Sappiamo che il Signore non è insensibile al dolore dei suoi figli più piccoli e umili. Tutti noi - giovani e adulti - dovremmo fare un accurato esame di coscienza.

Tutte le apprensioni da me provate all'inizio si sono rivelate errate. Gli studenti, anche i più giovani, sono stati attenti, composti e interessati; forse un po' soggiogati dal calore con cui ho cercato di esprimermi, come quando si parla di argomenti in cui si crede fermamente. Temevo di scorgere noia o sopportazione, o anche un po' di ironia...

Invece ho notato nei volti un velo di commozione, che mi ha fatto ricredere sulla presunta superficialità e insensibilità dei giovani.

Nel contempo, l'animo mio si è riempito di gioiosa speranza. Le nuove generazioni trarrebbero grande beneficio se famiglia e scuola, chiesa e società fossero unite nell'espletare questo arduo e delicato compito, fornendo alle loro menti ideali, modelli e punti di riferimento stabili. Sembra invece che la probità, la correttezza, la linearità di comportamento siano fuori moda.

Per concludere, io anziana spero molto che con l'aiuto di Dio si possa ottenere in futuro una società più equa, non dominata da personalismi e interessi egoistici. Gli occhi dei ragazzi e delle ragazze, che ho incontrato al "Benedetto Croce", me lo fanno sperare.

Solo così otterremo di credere che gli uomini possano convivere in pace e annullare le enormi ingiustizie che affliggono e deturpano la più grande opera del Creatore: la nostra umanità.



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