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La storia di Cinzia e il Crocefisso

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Succedono miracoli a s. Chiara

Vivevo nella Comunità dei Saveriani di Stradone Farnese, a Piacenza, da poche settimane, quando mi sono reso conto che la chiesa di s. Chiara è frequentata da persone dalla sicura fede missionaria. Sono missionari i nonni, sono missionari le nonne che al mattino accompagnano i nipotini in chiesa, e con espressione trasfigurata  sussurrano all'orecchio dei bimbi una preghierina, oppure li accompagnano all'altare della Vergine per accendere la candela. Sono scene toccanti che si ripetono ogni giorno.

Ed è così che anch'io ho finito per capire che la fede è un dono che si trasmette. E la trasmettono solo le persone che sanno annullare le distanze, e atteggiare il volto ad uno stupore che apre al mistero il cuore degli altri. Il cuore dei bambini, soprattutto. E così che mi sono reso conto che una fede missionaria può trasmettere al mondo di domani il senso del sacro.

Qualche settimana fa ho avuto la ventura di incontrare nella chiesa di s. Chiara una giovane signora che teneva per mano una bimbetta. La mia curiosità fu subito attratta dalla determinazione con cui la bambina trascinava la donna verso la nicchia del Crocifisso. "Padre - mi spiegò poi la signora Margherita - Cinzia è la figlia dei miei vicini di casa. Un giorno sua mamma mi chiese: Signora Margherita, lei che è tanto gentile, se la sentirebbe di custodire la nostra Cinzia fino al giorno in cui l'accetteranno alla scuola materna?

Noi siamo sposati da poco tempo. Lavoriamo tutto il giorno e non siamo ancora in grado di pagare una baby sitter. La prospettiva di aiutare quella giovane famiglia mi allettava. Del resto passavo tante ore da sola in casa. Cinzia ha iniziato a farmi compagnia quando esco per fare le spese; mi segue in casa, quando riassetto il letto e quando preparo il pranzo per mio marito".

"Una mattina – continuò la signora nel suo racconto - mentre si dava da fare a rimboccare con me le coperte, Cinzia additò il crocifisso appeso alla parete e mi sorprese: "Chi è quell'uomo lì? Perché ha i chiodi nelle mani?". Le risposi: "È Gesù. Gli uomini cattivi gli hanno messo i chiodi, perché è buono e ci vuol bene". E lei: "Ma devono esser proprio cattivi quegli che gli hanno fatto così male".

Per celare la commozione e l'imbarazzo che mi attanagliavano, soggiunsi: "Siedi". E iniziai a raccontarle la storia di Gesù. Ogni giorno Cinzia voleva sentirsi ripetere la medesima storia, finché le dissi: il Gesù che vediamo qui è piccolo, ma in chiesa ce n'è uno più grande. Da quel giorno ogni mattina esco di casa per accompagnare Cinzia qui, davanti al crocifisso della chiesa di s. Chiara".

"Ma l'episodio più stupefacente l'ho vissuto sabato pomeriggio, quando la mamma di Cinzia ha suonato alla porta di casa per domandarmi: "Signora è lei che ha parlato di Gesù a Cinzia?". "Sì", le risposi con un certo imbarazzo. Io non so come ringraziarla, perché Cinzia ha voluto raccontare a me e a mio marito la storia di Gesù e degli uomini cattivi che l'hanno inchiodato in croce. E ha voluto che l'accompagnassimo in chiesa a vedere Gesù sulla croce. Sa che abbiamo pianto dalla commozione?

Vede, mio marito ed io lavoriamo tutto il giorno perché ci sono rimasti dei debiti da pagare. Mai abbiamo trovato il tempo di parlare del Signore a nostra figlia. Si immagini quale sorpresa è stata per noi quella di ascoltare la storia di Gesù crocifisso raccontata da Cinzia. È impossibile spiegare quello che ci sta capitando.

Mi crede se le dico che io e mio marito ci siamo rimessi a pregare, grazie a quel tesoro di nostra figlia? Grazie a lei, signora Margherita, ci siamo accorti che la preoccupazione del lavoro e del guadagno, ci aveva fatto dimenticare le cose più importanti, mentre la nostra bambina di tre anni ci ha aiutato a recuperarle".



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