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Congo: Un missionario alla finestra

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...E un computer accelera la fraternità

La finestra della mia stanza è un ottimo osservatorio. Dall'alto, vedo il quartiere sottostante, la strada che discende verso l'edificio della posta, la cattedrale, il lago Kivu e, sullo sfondo, il monte Kahusi che ospita la foresta di bambù e qualche rara famiglia di gorilla.

Sento e vedo i vicini di casa

Il terreno sottostante, dove c'era un solo proprietario, ora è piso in cinque parti. L’unica casetta di legno, inclinata e in piedi per miracolo, è stata demolita. È stata costruita una nuova casa in mattoni e cemento e occupa un terzo del terreno. Ha solo un metro di spazio tutto attorno. La proprietà è segnata da una recinzione di pali incrociati, utile per far asciugare la biancheria.

La seconda abitazione, più in basso, è di canne di bambù, cemento e lamiere. La terza casa è in costruzione. La quarta, più piccola, è tutta di legno: sei metri per quattro, adatta per biancaneve e i sette nani. È stata costruita la settimana scorsa ed è sotto la mia finestra. L'ultima parte del terreno ai limiti della strada, un metro per uno e mezzo, è occupato dal piccolo chiosco di Sifa.

I servizi igienici sono esterni, costruiti con materiale di ricupero, traballanti e appiccicati alle case. Per il momento, non pongono problemi all’olfatto. Non so dirvi quali accordi ci sono per i diritti di passaggio, per entrare e uscire in quei pezzetti di terra.

Frotte di bambini e di madri

Nel pomeriggio, i ragazzini compaiono a frotte. Giocano, cantano, gridano, bisticciano, piangono… Appartengono alle varie famiglie e non hanno problemi di socializzazione. Si educano a vicenda. Si pertano con piccoli mezzi. Le bambine battono le mani e saltano con agilità. I maschietti si rincorrono tra i sassi, mattoni e sabbia delle costruzioni.

I più piccoli sono accanto alla mamma, che pulisce i fagioli, cuoce il riso, lava… Tutto all’aperto. Se mi affaccio alla finestra, se ne accorgono subito. "Padiri - padre, caramelle, biscotti!", gridano. Li prometto per la domenica successiva, ma solo qualche volta mantengo l’impegno.

Con la gerla sulle spalle

Una donna anziana, con una gerla pesante sulle spalle, cammina lentamente e sale con fatica sulla strada che conduce alla missione. Nelle vicinanze della nostra casa, attraversa la strada e viene da questa parte. Cerca un posto per riposarsi. Nello spazio vuoto del terreno vicino c’è un piccolo chiosco. Gli gira attorno e si ferma nel lato nascosto agli occhi della gente che passa. Si toglie con fatica la cesta dalle spalle, la depone lì accanto. Si siede a terra, allunga le gambe e i piedi nudi, ad angolo retto con il resto del corpo. Appoggia la schiena sulle tavole nere del baracchino. Chiude gli occhi. Riposa.

Dopo un po' si riprende, guarda attorno, fruga tra le povere cose nella gerla. Tra le mani ha un involucro avvolto da foglie. Lo apre e ne estrae una pasta bianca di farina di manioca. Con due dita ne prende una piccola parte, che porta alla bocca. Mangia lentamente. Sono le due del pomeriggio.

Kumamoto chiama Bukavu

Arriva l’ora del bagno. Gli "angioletti", di color cioccolato, nudi in grandi catini, piangono o si pertono con il sapone. La schiuma bianca copre la pelle scura. Quando la sera africana scende, tutti rincasano. È il momento della cena. Fuori, si sentono solo voci di adulti che salutano e commentano le ultime notizie. Poi viene il grande silenzio della notte.

Al computer apro la posta elettronica. C'è un messaggio di p. Daniele dal Giappone. È partito da Montanara di Mantova l’8 marzo scorso. Mi scrive: "Ringrazio il Signore per il dono della partenza… Presto andrò nella comunità saveriana di Kumamoto, "dove nascono gli orsi". Sarà la mia nuova casa nei prossimi anni. Mi sento accolto con le braccia aperte. Gusto la fraternità che ricompone in un’unica tela cieli, terre e mari, fino a ritrovarsi insieme...".

Giappone e Congo? Che cosa potrebbero avere in comune? È sorprendente questa nostra comunicazione e comunione! Gli spazi si limitano e i tempi si accorciano. Viviamo la bellezza di un incontro.

Camminiamo insieme, in terre lontane, in culture perse: Kumamoto, "dove nascono gli orsi"; Bukavu, "dove pascolano le mucche".



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